Il bottino: l’Ucraina. I contraenti: le borghesie dei paesi più forti. Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti e la Russia ed anche l’Italia, che cercherà di sedersi al tavolo.
La questione è semplice. In Ucraina scoppia una vera e propria rivoluzione, tutte le classi sociali rovinate dalla crisi combattono per strada per affossare il governo che li ha portati alla rovina. Un grande movimento che cerca i responsabili della miseria, li individua nella corruzione del governo e dello Stato, nel parlamento e li spazza via tutti. Altra gente, altro eroismo, muoiono combattendo contro le ingiustizie. Noi, nel bel paese, in condizioni sociali simili se non peggiori continuiamo a piangere, a lamentarci, facendoci prendere in giro dal primo ciarlatano alla Renzi e vedremo dove andremo a finire.
Il risultato primo della rivoluzione in Ucraina è stato quello di mettere in discussione i rapporti economici e politici con i padroni stranieri. Prima di tutto quelli con la Russia di Putin, l’amico di Berlusconi, è anche vero che una parte di piccola e media borghesia dell’Ucraina vede di buon occhio la ricerca, in Europa, di nuovi appoggi economici.
Ma si è mai vista una rivoluzione limpida? Con tutte le carte chiare? Le bandiere al posto giusto? NO. Le rivoluzioni si valutano per le ragioni economiche che le producono, per gli uomini che ne prendono parte, per il nemico che individuano e come lo combattono. In piazza Maidan, e ovunque si sono erette barricate, si trovavano gli strati più rovinati della società, operai, giovani senza lavoro,
disoccupati, loro hanno dato l’assalto ai palazzi del potere. Il nuovo parlamento è ancora nelle mani di altri borghesi, dei vecchi politici filo europei? La rivoluzione è ancora in marcia, quanto conteranno in essa gli operai e come sapranno far valere i loro interessi è la questione essenziale.
La rivoluzione in ucraina ha rovinato i piani dei banchieri, degli industriali di tutto il mondo. Avevano concordato a tavolino come spartirsi il bottino, come darne una buona parte alla borghesia russa, che in cambio scambiava a buon prezzo le materie prime con l’Europa: il popolo ucraino ha sconvolto tutto, ribellandosi ha fatto saltare il tavolo. La borghesia Europea è rimasta sbalordita e piena di timore, quella russa ha capito subito che i suoi interessi sono direttamente compromessi.
Ed interviene militarmente, invade la Crimea, il primo passo.
Si fermeranno? I grandi padroni europei ed americani sacrificheranno la Crimea ai buoni rapporti commerciali con Putin? Oppure la crisi non da spazio alle mediazioni e siamo al primo vero passo verso una nuova guerra mondiale?
Così fra grandi impegni di pace, superamento degli stati nazionali, riunioni di vertici internazionali ci troviamo di fronte ancora a borghesi che per spartirsi il bottino sono disposti a mandare a morire milioni di giovani. Riassorbire la disoccupazione con la guerra? Non è la prima volta e finchè ci saranno i padroni non sarà l’ultima.
A meno che la rivoluzione in ucraina non sia un segnale per gli sfruttati di tutto il mondo, bisogna ribellarsi e se dobbiamo fare la guerra a qualcuno sia la nostra guerra contro i padroni e il loro leccapiedi politici
LA REDAZIONE DI OPERAI CONTRO
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