Egregio Direttore, la mancanza di prevenzioni e di rispetto dell’antinfortunistica, sono anch’esse frutto della flessibilità concessa ai padroni, colpevoli ed impuniti per i quotidiani crimini che compiono per i loro profitti.
L’ultima “vittima del lavoro”, così li chiamano i crimini del padrone per il profitto, è Antonio Vizzini. Ucciso a 54 anni nella raffineria siciliana Lorefice, dell’indotto Eni di Gela.
Ancora da accertare l’esatta dinamica dell’omicidio, – recita il solito refrain di circostanza – pare che l’operaio sia stato investito e schiacciato da una gru in manovra, durante lavori di manutenzione ordinaria.
La raffineria è ferma per l’incendio del 15 marzo scorso, avvenuto in una tubazione tra gli impianti Topping e Coking, all’isola 7 Nord dello stabilimento. I lavori in corso servono proprio per rimettere in moto la raffineria.
Soccorso e trasportato in ospedale, Antonio Vizzini è giunto al pronto soccorso dopo il decesso.
Renzi ficcatelo in testa, anche questo è frutto della flessibilità concessa ai padroni.
Saluti da un lettore.
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