Caro Operai Contro,
ho trovato in rete dei dati molto interessanti sull’astensionismo nelle recenti elezioni europei.
La rilevazione, fatta dall’agenzia SD-MB, parte dalla constatazione che l’astensionismo è cresciuto dell’8%, portando i non votanti a 23.595.650. Una percentuale del 48% dei non votanti rispetto agli aventi diritto.
Dopodiché – e qui sta la novità di questa indagine a campione – la rilevazione individua gli strati sociali dell’astensionismo.
A fare la parte del leone sono gli operai, come precisa la stessa agenzia SD-MB, presentando le percentuali di astensionisti per fascia sociale.
51,25% operai e nuclei famigliari operai
12,04% operai disoccupati
16,11% operai in pensione
79,40% totale astensionismo operaio
20,60% fasce di piccola borghesia e suoi nuclei famigliari impoveriti o rovinati dalla crisi: artigiani, padroncini, piccoli contadini e figure intermedie decadute.
Queste percentuali a campione, applicate a tutto l’astensionismo dicono quante sono le persone che non hanno votato e gli strati sociali a cui appartengono.
11.992.272 operai e nuclei famigliari operai.
2.843.207 operai disoccupati.
3.978.867 operai in pensione
18.814.346 totale astensione operaia
4.881.304 totale astensione fasce di piccola borghesia e suoi nuclei famigliari.
23.595.650 totale astensionismo complessivo.
Politici, tivù e giornali tacciono su questo fondamentale aspetto dell’astensionismo, semplicemente ignorandolo, o liquidandolo come un fenomeno qualunquistico. Ma non è così. Cercano di occultare il fatto che dietro l’astensionismo c’è per il 79,40% la rabbia operaia e per il 20,6% quella di fasce della piccola borghesia impoverita.
Per andare oltre il malcontento e la protesta dell’astensionismo, lavoriamo per il Partito Operaio.
Saluti da un affezionato lettore
E poi non perdono occasione per dire che sono lì, in parlamento, per tutelare gli interessi di tutti gli italiani. Al prossimo una sputacchiata in un occhio politicamente corretta, no?