Redazione di Operai contro,
La guerra in Ucraina non è finita. Anzi. Le forze armate in campo sono sempre più numerose e una tregua non sembra imminente.
Martedì 15 luglio un attacco aereo dei sodati dell’esercito di Kiev ha demolito un palazzo nell’est del paese, a Snizhne, città in mano ai separatisti , uccidendo almeno 11 civili.
L’attacco avviene il giorno dopo un grave incidente diplomatico. Lunedì il ministero della Difesa di Kiev ha fatto sapere che un aereo militare era stato abbattuto vicino al confine tra Ucraina e Russia. I ribelli hanno rivendicato la responsabilità per l’abbattimento dell’ Antonov-26, tuttavia il ministro della Difesa Valeriy Heletey ha avanzato la possibilità che il razzo provenisse dalla Russia: per il ministro l’aereo volava a un’altezza troppo alta per essere raggiunto dal sistema antiaerei Igla, utilizzati di separatisti. Secondo Andrei Lysenko, portavoce del Consiglio di sicurezza ucraino, i dati forniti dall’equipaggio ritengono che il velivolo potrebbe essere stato colpito da un missile terra-aria russo Pantsir o da un missile sparato da un aereo decollato dalla base russa di Millerovo.
Se i russi stanno aumentando gli armamenti lungo il confine, anche l’Ucraina corre ai ripari. Il presidente Petro Poroshenko ha promesso di fornire ancora più armi al proprio esercito per combattere i separatisti dell’est. Intanto proseguono i combattimenti. Da lunedì le forze si sono spostate nuovamente nella zona di Luhansk, dove l’esercito ucraino sta cercando di riprendere il controllo del territorio, anche per bloccare l’arrivo di armi attraverso la frontiera.
un osservatore
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