Redazione di Operai Contro,
i padroni ci hanno abituato. Per i poveri cristi, i deboli, i poveri, il destino è essere uccisi.
Se si scampa alla morte, ci sono i campi di sterminio di Gaza o i CIE dei padroni italiani.
L’altra settimana i giornali annunciavano che 30 immigrati erano morti asfissiati su un barcone.
Non era vero la strage era ancora peggiore
l bilancio dei morti era già drammatico: 30 migranti, fra cui un bambino di un anno, morti sabato scorso nella traversata su un barcone che stava affondando a 65 miglia da Lampedusa.
I giornali parlano oggi di “molti rimasti intrappolati nella stiva, altri uccisi a coltellate e a colpi di bastone dai loro stessi compagni di viaggio.”
Ci trasformano in belve. La morte di un immigrato può essere la salvezza di un altro.
La colpa è dei padroni che impediscono la libera circolazione degli uomini.
Gli immigrati uccisi non sono altro che stragi dei padroni.
La smettano i politici italiani di parlare di salvataggio
Ma la realtà potrebbe essere ben più drammatica. I superstiti sbarcati a Messina raccontano infatti un’altra storia: “Su quel barcone eravamo in 750, ci siamo salvati soltanto in 569, gli altri 181 sono morti, molti annegati quando ci siamo avvicinati al mercantile danese Torm Lotte che ci stava aiutando. E tra loro c’erano molti bambini”.
Questo sarebbe il nuovo, tragico, bilancio dell’ultima strage del mare nel Canale di Sicilia raccontata dai profughi siriani, pachistani, nigeriani, ghanesi. “Molti di quelli che hanno trovato nella stiva, tutti “neri”, sono stati accoltellati, uccisi da altri “neri” che non volevano farli uscire perché in coperta non c’era più spazio: ogni centimetro di quell’imbarcazione era occupata da tutti noi accatastati come bestie, uno sopra l’altro e con tanti bambini e tra questi anche mio figlio Mohamed, di un anno”, dice un siriano di 40 anni mentre abbraccia la moglie che non riesce più a piangere e che vuole soltanto scappare, andare via.
Il cadavere di Mohamed che era caduto in acqua è stato recuperato dai marinai del mercantile Torm Lotte ma molti altri bambini sarebbero ormai annegati. Dalle immagini, girate da alcuni superstiti siriani, si vede un altro bambino che appena cade in acqua perde il giubbotto salvagente e viene inghiottito dall’acqua.
Il papà e la mamma di Mohamed, sono sfiniti, distrutti dal dolore e dopo essere entrati nella scuola media Pascoli di Messina dove ora sono ospitati centinaia di disperati, saltano ogni controllo e vanno via: “Dov’è la stazione?” chiedono, “Vogliamo andare lontano. Siamo fuggiti dalla Siria per dare un futuro soprattutto a Mohamed, ma è stato tutto inutile, lui non c’è più. Ma vogliamo tentare di rifarci un’altra vita nonostante tutto”. E così salgono sul traghetto che collega Messina con Reggio Calabria per poi salire su un treno diretto nel nord Italia e da qui verso la Svezia dove hanno dei parenti.
Ma le stragi continuano, anche ieri un gommone con 61 migranti a bordo che stava per affondare è stato soccorso dalle navi della Marina Militare italiana: per ora sono stati recuperati solo cinque corpi, ma i migranti hanno raccontato che a bordo c’erano 80 persone.
VIDEO – Il recupero dei corpi (quando il bilancio era di 29 vittime)
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