Continua la guerra civile in Libia, a tre anni dalla fine dell’era di Muammar Gheddafi.
Mentre continuano gli scontri tra miliziani e esercito, si solleva un nuovo allarme rispetto alla possibilità di attacchi aerei simili a quello dell’11 settembre 2001, da parte delle milizie islamiche
Il fallimento degli USA e dei padroni occidentali non poteva essere più evidente.
Con la scusa di far fuori gli islamici, volevano prendersi il petrolio prima dell’Iraq poi della Libia.
Nella realtà le milizie islamiche si sono rafforzate.
Facendo appello a un necessario “intervento dell’Unione nel Mediterraneo”, il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha precisato che, non ci sono dati certi, ma sembrano essere “più di 200 i morti e 400 feriti”.
Mogherini è l’imbecille di turno che chiede un altro intervento degli imperialisti in Libia.
Mogherini ha inoltre sottolineato che in Libia ci sono ancora 241 italiani, più 45 tra personale dell’ambasciata e istituzionale. “Da ieri siamo impegnati a contattarli per offrirgli lapossibilità di rientrare in Italia”, ha aggiunto il ministro. Ci sono inoltre 830 italiani residenti stabili “di cui l’80% con doppia cittadinanza che si presume sceglieranno di restare”.
Mogherini non dice che in Libia c’è l’ENI e si devono difendere gli interessi dei padroni italiani
“Non ci si può permettere di avere una seconda Somalia alle porte di casa. Siamo quindi impegnati affinché la Libia abbia un governo che sia capace di essere interlocutore della comunità internazionale.
Per questo rimaniamo lì”. Lo ha detto il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli. Milizie islamiche: “Abbiamo preso Bengasi”
Le milizie islamiche hanno annunciato di avere preso il controllo di Bengasi, dopo avere sconfitto le unità dell’esercito e avere preso possesso di caserme, carri armati, razzi e centinaia di casse di munizioni. Uno dei comandanti del Consiglio della shura dei rivoluzionari di Bengasi, che raggruppa sotto di sé varie milizie, ha dichiarato ad Associated Press a condizione di anonimato che “siamo la sola forza sul terreno a Bengasi”.
Anche Manila ha deciso di evacuare i 13mila lavoratori filippini, che si recheranno via nave fino a Malta. La decisione arriva dopo l’uccisione di un operaio filippino durante gli scontri a Tripoli. Un infermiere è invece stato rapito mercoledì. Evacuati via nave centinaia di lavoratori cinesi.
Anche l’ambasciata spagnola si è svuotata: a presidiare la sede solo un membro del personale, dopo che nei giorni scorsi erano stati allontanati 60 cittadini. Si allunga quindi la lista degli Stati che hanno chiesto ai loro cittadini di lasciare immediatamente il paese: Usa, Regno Unito, Francia, Olanda, Germania, Egitto.
Chiuse invece l’ambasciata statunitense, francese e tedesca. Trasferita in Tunisia l’ambasciata dell’Unione europea.
Gli imperialisti avranno vita dura in Libia
Un libico
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