Redazione,
vi invio il volantino che abbiamo distribuito oggi all’Avio di Pomigliano. come Sezione di Napoli dell’Associazione per la liberazione degli Operai
In allegato il volantino in formato pdf Avio_2014-09-18
In questi anni, l’Avio ha aumentato i suoi profitti riducendo costantemente il personale.
Questo è successo perché mentre una parte veniva buttata fuori, gli operai che rimanevano in fabbrica hanno lavorato di più e con i salari fermi.
Con la nuova proprietà non è cambiata l’impostazione. Il personale è continuato a calare. Gli accordi sulla mobilità, sono stati accettati dai sindacalisti “firma tutto” di turno, spesso raccontandoci che questo “avrebbe aiutato la stabilizzazione degli interinali”. Su come vengono trattati gli interinali abbiamo avuto significativi esempi ultimamente da parte dell’AVIO, che si presenta come una grande azienda, ma cerca di arraffare anche sugli spiccioli come i salumieri quando si tratta di dare agli operai quello che gli spetta.
Nel 2013 l’azienda cedette il reparto revisioni. “Siamo di fronte alla dismissione di un’attività obsoleta” ci disse Crescenzo Auriemma segretario regionale UILM per sostenere la scelta dell’azienda insieme agli altri sindacati, FIOM inclusa. L’Avio dichiarò “questa cessione non causerà alcun problema occupazionale in quanto si tratta di un’operazione meramente finalizzata a incrementare le attività più redditizie”.
Nonostante queste dichiarazioni, alla fine 30 dipendenti furono messi in mobilità. Doveva essere l’ultimo sacrificio prima del “grande rilancio”.
Dopo un anno siamo di nuovo allo stesso punto. L’azienda chiede e ottiene la mobilità per altri 50 dipendenti. I sindacalisti, tranne uno solo dei delegati FIOM di fabbrica, ancora una volta firmano tutto.
L’accordo prevede che i 50 lavoratori da mettere fuori vengano individuati “prioritariamente” tra coloro che maturano i requisiti della pensione, ma se non ci sono dovranno essere scelti anche tra coloro che non andranno a breve in pensione. Questo significa quel “prioritariamente”.
Operai cerchiamo di non dimenticare!
Fino a pochi anni fa tra Pomigliano e Acerra eravamo 1700 addetti, oggi siamo sì e no 1000.
Le vecchie proprietà prima sono ingrassate spremendo per anni noi, poi si sono arricchite con le dismissioni e le vendite.
Gli ultimi pescecani che ci ritroviamo come padroni stanno facendo la stessa e solita cosa.
Ci spremono fino a quando possono, poi ci svendono al migliore offerente appena intravedono la possibilità di guadagnare di più.
Agli azionisti Avio non interessa nulla della fabbrica, e meno ancora delle nostre vite. Noi siamo solo numeri. Utili solo quando facciamo guadagnare soldi con il nostro lavoro.
Cominciamo a riflettere su queste cose. Quanto ancora dovremo subire prima di ribellarci?
I sindacalisti difendono le loro poltrone e diranno sempre si ai padroni.
Contro i licenziamenti e l’aumento dei ritmi bisogna lottare. Organizziamoci per farlo.
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