VERSO LO SCIOPERO GENERALE

Segue un report sintetico rispetto ai punti caldi della lotta nelle cooperative emergenti dalle vicende più recenti nella speranza sia utile a rafforzare il sostegno alla battaglia in corso e preparare quella che si approssima Dielle: 120 giorni di picchetto; e gli operai non demordono Siamo entrati ormai nel quinto mese di sciopero. Facendo appello a tutte le forze residue gli operai non demordono e anzi, amplificano i loro sforzi. Il picchetto è ormai permanente e l’azienda non ha respiro. Solo l’intervento delle forze dell’ordine (al momento di basso llivello) riesce a garantire l’ingresso dei crumiri (che scavalcano i […]
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Segue un report sintetico rispetto ai punti caldi della lotta nelle cooperative emergenti dalle vicende più recenti nella speranza sia utile a rafforzare il sostegno alla battaglia in corso e preparare quella che si approssima

Dielle: 120 giorni di picchetto; e gli operai non demordono
Siamo entrati ormai nel quinto mese di sciopero. Facendo appello a tutte le forze residue gli operai non demordono e anzi, amplificano i loro sforzi. Il picchetto è ormai permanente e l’azienda non ha respiro. Solo l’intervento delle forze dell’ordine (al momento di basso llivello) riesce a garantire l’ingresso dei crumiri (che scavalcano i muri di cinta limitrofi all’ingresso principale; tre di loro si sono rifiutati di farlo e uno si è fatto male durante l’operazione).
Mentre crollano le residue aspettative (per lo più sostenute dai funzionari della Digos) di trovare soluzioni mediatorie e lo scontro giunge finalmente al suo unico epilogo possibile (qualcuno piegherà la testa e le ginocchia) il Cobas della Dielle continua a presenziare a tutte le battaglie in corso ben al di là dei confini aziendali, dalla Sda di Brescia e Bergamo alla DHL di Settala all’Ikea di Piacenza, fino all’ultimo picchetto di oggi alla Number One
In cantiere, oltre ai quotidiani picchetti, anche alcune iniziatve pubbliche (28 settembre meeting a Pioltello, 29 settembre presidio al tribunale per l’inizio del processo ai due arrestati dopo gli scontri di venerdì scorso, precedute, con data a sorpresa, da una mobilitazione inter-regionale)

Number One: Delegato SI.Cobas preso a martellate da un crumiro. Picchetto immediato!

Attaccato a freddo e alle spalle, dopo una normale e civilissima discussione di lavor tra colleghi. Era appena stato assunto, parente di due dipendenti della cooperativa operante presso l’impianto Number One di Settala, dopo un periodo di reclusione, manda in ospedale il rappresentante del SI.Cobas che, negli ultimi due anni, aveva promosso con successo alcuni scioperi per il salario ed era stato licenziato due volte.
Pronta la risposta dei Cobas della zona (Dielle, DHL, SDA) e di varie forze solidali
Solo dopo 4 ore il picchetto spontaneo viene rimosso con la garanzia che il crumiro sarà allontanato dall’impianto (la sua sorte giudiziaria non è affar nostro) e4 che il SI.Cobas avrà voce in capitolo rispetto alla selezione dell’operaio che lo sostituirà

DHL Settala/Liscate – JAS Segrate
Tre impianti distinti ma accomunati dal medesimo intermediario, il consorzio UCSA. La battaglia tra questi soggetti e il SI.Cobas si trascina ormai da quattro anni e ha trovato nell’ultimo periodo un’importante accelerazione. Da una parte il Cobas dedito a cercare di imporre il rispetto delle norme contrattuali, attraverso la pratica dello sciopero e del picchetto; dall’altra cooperative e committenti che cercano di contrastare il tutto con la repressione (provvedimenti disciplinari, furto di molte trattenute sindacali, denunce penali anti-sciopero, ecc).
La novità più recente riguarda 7 denunce penali (una nuova Origgio?) relative allo sciopero nazionale del 28 febbraio.
Nei prossimi giorni, a partire dalle assemblee nazionali del 21 settembre, verrà definita l’adeguata risposta a costoro e, conseguentemente, a tutto il sistema da loro rappresentato ed eseguito

Carrefour
La lotta contro il colosso multinazionale della Grande Distribuzione, che allarga la sua fetta di mercato anche in Italia (rilevando, per esempio 53 punti vendita della Billa), deve fare i conti con la strategia aziendale di frammentazione della forza lavoro, di imposizione della massima flessibilità e della precarizzazione totale dei rapporti di lavoro. Partner e artefice di questa strategia la ex-agenzia del lavoro El.pe di Torino che, trasformatasi in srl e appoggiandosi su cooperative caporali, si insinua fortemente nel tessuto produttivo della Carrefour, imponendo condizioni di lavoro aberranti ai suoi dipendenti (buste paga che scendono fino a 300€ al mese e lavoro a chiamata….fino a tre ore prima dell’inizio del turno, per non parlare del trattamento e dell’addebito del vestiario obbligatorio).
La presenza diffusa, seppure minoritaria in alcuni magazzini, del SI.Cobas, motiva certamente un piano tattico articolato per ostacolare i piani aziendali, forti della possibilità di violare la sacralità dell’immagine aziendale, tanto di poter incidere, anche grazie al sostegno esterno, in alcuni punti strategici quali i magazzini di smistamento di Pieve Emanuele (MI), Chignolo Po (PV) e Cameri (NO)

Moltre altre vertenze possibili possono alimentare questo scenario qui brevemente descritto (lascio ai compagni che vi intervengono l’eventuale compito di tracciare una sintesi delle questioni salienti), e saranno senz’altro alla base della discussione che si terrà nell’assemblea del 21 settembre al CSA Vittoria (in concomitanza con altre 13 assemblee cittadine) che dovrebbe portare alla proclamazione dello sciopero nazionale del 16 ottobre finalizzato a contrastare i piani padronali-governativo-conferderali (vedi accordo Fedit) a difesa delle conquiste ottenute in cinque anni di dura battaglia, quanto a tracciare una prospettive di medio-breve periodo per consolidare l’ossatura di un’organizzazione operaia che, seppure ancora priva di una chiara direzione politica anti-capitalista, non accenna a demordere rispetto al suo inequivocabile DNA di organizzazione operaia indipendente e di lotta

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