Caro Operai Contro,
anche stavolta i carabinieri sono arrivati per arrestare gli operai della Dielle, che presidiano la fabbrica da oltre 4 mesi. Ma come avviene quando i rapporti di forza sono sfavorevoli, gli operai non si sono schierati sui cancelli, la trappola dei carabinieri non ha quindi funzionato. Arrivati con 4 camionette di uomini in assetto antisommossa e 3 auto al seguito, queste ultime dovevano servire per portare via gli arrestati, come è avvenuto le volte precedenti.
Il clichè è collaudato: i carabinieri trascinano i presidianti seduti davanti ai cancelli per impedire all’altra cooperativa di entrare. La resistenza passiva degli operai Dielle mentre i carabinieri li trascinano via, diventa poi davanti al giudice “resistenza aggravata a pubblico ufficiale”. Come se non bastasse, ci sono dei video, come hanno scritto alcuni giornali, in cui si vedono caporali della cooperativa dei crumiri, che supportano l’azione dei carabinieri picchiando gli operai presidianti. Solo negli ultimi 10 giorni numerosi operai feriti negli scontri, operai fermati e 4 arrestati, processati per direttissima il giorno dopo e rimessi in libertà. Il 29 settembre e il 3 ottobre inizieranno per loro i processi.
Sosteniamo la lotta operaia della Dielle.
Stanno lottando anche per tutti gli operai.
Contro l’imbarbarimento dei contratti di lavoro.
Contro la schiavitù del lavoro salariato.
Saluti sostenitori dal Presidio.
La lotta che gli ex operai della Dielle conducono da 4 mesi è eroica
Essa dimostra
– l’eroismo degli operai
– la violenza dello stato contro gli operai
A mio parere la lotta degli operai dimostra tutto il limite dei sindacati ( anche quelli buoni come il Si Cobas)
Bisogna rompere l’isolamento degli operai
Occorre volantinare davanti a tutte le fabbriche perché tutti gli operai devono affiancare la lotta degli operai della Dielle.
Bisogna intervenire contro la società che organizza il crumiraggio
Non dobbiamo farci massacrare drappello per drappello, ma concentrarci quando ci attaccano
Dobbiamo imparare da quelli dell’INNSE a fare la guerra