piccola cronaca da Firenze
“Non è possibile che lui investe in tutto il mondo e poi lo prende in quel posto in Italia”. Alle undici e quaranta il tavolo 50, quello in cui si parla delle pmi, pullula di sostenitori. Tutti ad apprezzare e a elogiare Davide Serra, amministratore delegato del fondo Algebris.
Lui, amico di Renzi e super sponsor della Leopolda, presiede il tavolo con autorevolezza. Ed entra nel cuore dell’attualità politica. Gli scioperi? “Dipende dall’obiettivo, se vogliono creare posti di lavoro o disoccupati: se vogliono aumentare i disoccupati facciano lo sciopero generale“.
E su chi sciopera ha un’idea precisa: “Se avessero voluto aiutare i propri figli a creare un’azienda o trovare un posto di lavoro probabilmente avrebbero fatto meglio a dare una mano, fare qualcosa, venire qui a trovare un po’ di idee, piuttosto che andare sempre a recriminare”. Una frase che desta scalpore non a Firenze, ma a 300 chilometri di distanza. A Roma, in Piazza San Giovanni, Susanna Camusso sul palco fa nome e cognome del finanziere, contestandone la sparata sulla limitazione del diritto allo sciopero. Parole che i lavoratori in piazza accolgono con molti fischi all’indirizzo di Serra (e di Renzi).
A Firenze, però, l’eco di Roma non arriva. E Serra rimane la star. “E’ lui l’alter ego di Matteo” confida al fattoquotidiano.it un renziano della seconda ora. La fascinazione è evidente, tutti lo stimano e tutti lo ascoltano. Ma c’è chi addirittura si spinge e lo immagina a capo dell’esecutivo. E’ lui il dopo Renzi? E’ solo unasuggestione? Non è dato sapere. Il dibattito entra nel vivo, e di conseguenza i commensali si scaldano, quando il finanziere si lascia scappare un duro attacco contro il governo del condannato Silvio Berlusconi: “La depenalizzazione del falso in bilancio, fatta da Berlusconi, è stata criminale”. Cala il silenzio. E qualcuno con un filo di sarcasmo si domanda sottovoce: “Ma Matteo non governacon Berlusconi?”.
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