COSA E’ AVVENUTO
In questi giorni, dopo di tanto tribolare, si sta insediando il terzo governo Crocetta. Il governatore siciliano, ha presentato la lista degli assessori regionali, ma non si è subito insediato, perché ci sono state due mozioni di sfiducia presentate dal centro destra e dal M 5S. Quest’ultimo, poi, ha organizzato lo stesso giorno, lo “Sfiducia Day”, una manifestazione molto partecipata, che ha visto la presenza anche di Grillo, per “Mandare a casa il peggior governatore che la Sicilia ha mai avuto”, così lo hanno appellato i manifestanti. Non c’è che dire Grillo, con il suo fiuto politico, sta cercando di cavalcare il malcontento diffuso. La giunta la scampata, anche se solo per una manciata di voti, nell’aula sono volati insulti e accuse reciproche (è così che fingono di litigare i borghesi),ma alla fine Crocetta l’ha spuntata, la sua terza giunta, in soli tre anni, può iniziare a lavorare. Mai legislatura regionale è stata così travagliata, questa è il terzo rimpasto, chiamato Crocetta TER, non si è trattato, però di un semplice cambio di qualche assessore, ma di una nuova giunta esecutiva con forti valenze politiche.
GLI ANTEFATTI.
La crisi della seconda Giunta Esecutiva Siciliana viene da lontano, se ne parlava già prima dell’estate, da allora è stato un continuo tira e molla con il principale alleato del Governatore, il PD, con tutte le sue componenti interne. Le tribolazioni, per il Governatore siciliano, iniziano con il flop day del piano giovani avvenuto in estate, con l’ostinazione di Crocetta di sostenere comunque Scilabra, l’assessore della formazione siciliana, ritenuta responsabile del pasticcio estivo. In realtà i politici del PD siciliano scalpitavano per imporre al governo dell’Isola nuovi equilibri politici, rispecchianti quelli nazionali, inoltre non digerivano un capo, eletto anche con i voti del PD, non incline alle direttive di partito. In effetti, Crocetta aveva fatto della sua autonomia politica la principale caratterizzazione, aveva sempre sostenuto di cercare nell’aula il consenso politico per la sua azione di governo, “per la sua rivoluzione”, spesso scontrandosi con i vertici del PD. Almeno questo era ciò che era fatto credere. A me viene in mente una frase di una vecchia canzone popolare napoletana: “Cambia il governo cambia il padrone, solo per chi sta sotto non cambia niente”.
L’INTERVENTO DEL GOVERNO NAZIONALE.
Questa nuova crisi dell’amministrazione siciliana è stata seguita con attenzione da Renzi, la Sicilia è una delle più importanti regioni italiane, la crisi sociale e politica dell’Isola potrebbe avere dei risvolti anche a livello nazionale. Per questo, al culmine della crisi, quando i litigi all’interno della maggioranza di governo siciliano sembravano insanabili, il Premier Renzi manda il suo vice Del Rio in missione nell’Isola, per mettere i puntini sulle i e “Ristabilire l’ordine” fra i politici locali. Cosa si sono detti Crocetta e il messaggero di Renzi non è dato di sapere, ma immaginiamo cosa si siano detti “a microfoni spenti” , dietro le quinte: “Insomma volete smetterla di litigare – avrà rimproverato il rappresentante nazionale agli isolani- volete capire che siamo tutti dei burattini, ben pagati ma pur sempre dei burattini! I burattinai, quelli che ci permettono di fare la bella vita, sono altri e noi tutti siamo qui messi per servire ai loro interessi, ma dobbiamo fingere di servire gli interessi del popolo. Allora mettetevi all’opera perché se il popolo capisce come stanno veramente le cose finisce la bella vita per tutti!” . “D’accordo – avranno risposto gli amministratori locali – ma qui siamo nella merda fino al collo, se non garantiamo almeno l’elemosina ce ne andiamo tutti a gambe all’aria! Ricordate ai burattinai del nord che la bella da loro condotta si basa , anche, sulla disperazione e sul lavoro di tanti siciliani.” “Va bene vi manteniamo a galla, ma dovete calarvi le brache e stare alle nostre condizioni. In compenso ci dovete offrire delle buoni condizioni di profitto e di sfruttamento, ce lo chiedono i nostri burattinai”.
Intendiamoci, questo è un puro dialogo immaginario, sta di fatto, però, che dalla venuta di Del Rio gli animi nel PD si sono calmati, Crocetta ha ceduto su tutta la linea, scaricando anche i suoi fedelissimi, tra cui l’assessore Scilabra, mentre negli assessorati chiave sono stati inseriti uomini della CONFINDUSTRIA SICILIANA. Non solo! A capo del super assessorato all’economia è stato imposto un super tecnico, non siciliano, fedelissimo di Del Rio! Una sorta di commissariamento neanche tanto celato, qualcosa che non è mai avvenuta ne a livello siciliano, ma forse neanche nazionale! D’altronde bisogna trovare le risorse per far quadrare il bilancio 2015, mancano all’appello tre miliardi di euro (ma il debito di un miliardo di euro chiesto quest’estate che fine a fatto?), per il “pareggio di bilancio. Crocetta ha promesso un attacco frontale alla povertà e al disagio sociale, forse vuole mettere le mani in tasca a chi si è arricchito? Intanto ha partecipato alla Leopolda, ha approvato su tutta la linea la politica di Renzi, compresa la riduzione dei trasferimenti alle regioni: “Bisogna ridurre le spese della politica”, ha sostenuto. Comunque, nonostante i risparmi, il parlamento siciliano rimane il più costoso d’Europa, per le poche volte che si riunisce costa 30000 euro al MINUTO! Quanto deve lavorare un operaio?
COSA CI INSEGNA LA VICENDA SICILIANA?
La democrazia rappresentativa borghese è alla frutta così come questo sistema economico. Si sostiene questo apparato solo per la difesa degli interessi di pochi, l’illusione riformista è solo un’illusione, punto. Solo con una reale socializzazione dei mezzi di produzione si potrà avere una reale democrazia partecipativa.
PIERO DEMARCO
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