Cara Redazione,
Profonda amarezza dei famigliari per la sentenza di secondo grado sulla morte di Stefano Cucchi. Al termine del processo alla Corte d’Assise d’Appello di Roma, la sorella Ilaria non usa mezzi termini: “E’ stata la giustizia a ucciderlo, questa giustizia malata, mio fratello è morto in aula di tribunale, dopo essere stato massacrato e lasciato solo come un cane” afferma. Fuori dall’aula mostra la foto del fratello pestato ai fotografi: “Vedete non è successo nulla, mio fratello è ancora vivo”. “
( Breve estratto dal “fatto quotidiano” inviatoci da un lettore).
Tutti assolti, anche i medici. Questa la sentenza della corte d’Appello di Roma per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo nell’ospedale Sandro Pertini. La formula adottata dal giudici è quella prevista dal secondo comma dell’articolo 530 “ovvero quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile”. “È una sentenza assurda. Mio figlio è morto ancora una volta” ha detto la madre di Cucchi dopo la lettura della sentenza d’appello. La sorella Ilaria è scoppiata in lacrime.
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