Caro Operai Contro,
Napolitano paragona l’Isis alle proteste che in Italia si levano dagli operai, dagli studenti, dai precari, dai pensionati, da tutte quelle fasce sociali colpiti dalla crisi, e che ora si trovano colpiti anche dalla politica del governo Renzi: Jobs acs e tagli alla spesa pubblica, per dare soldi alle banche e ai padroni.
Per Napolitano alla base della conflittualità ci sarebbero “contrapposizioni ideologiche datate e insostenibili. La conflittualità è alimentata da ogni estremismo, che rifiuta pregiudizialmente il dialogo e la ragione, ed è alimentata da situazioni di profonda diseguaglianza”
Napolitano rivendica il ricorso al manganello: “Per abbassare la conflittualità bisogna in primo luogo misurarsi con problemi di giustizia, ovvero di garanzia del rispetto delle regole, La parola chiave è “rispetto reciproco”.
“Rispetto reciproco” delle regole del profitto da una parte e quelle della schiavitù e della fame dall’altra.
Con l’avanzata dell’Isis , “ormai ai confini dell’Italia”, dice Napolitano, sarebbe bene moderare i toni all’interno e rimanere nei “principi dello Stato di diritto”.
Se non fosse per la gravità di questa contrapposizione, si direbbe che siamo alla macchietta. Per Napolitano poiché l’Isis è “ormai ai confini dell’Italia”, noi dovremo “moderare i toni all’interno”, che tradotto significa, subire in silenzio licenziamenti, misure antioperaie e antipopolari e schierarsi con la guerra dei padroni italiani.
Al culmine del suo messaggio repressivo Napolitano dice: non bisogna perciò sottovalutare le “aggressive forme di estremismo e di fanatismo che rischiano di insediarsi in Italia infiltrandone progressivamente la società”.
Si tratta di “una minaccia reale, anche militare perciò, non bisogna cedere a perduranti richieste di tagli alla Difesa”.
Non di meno il ministro della difesa Pinotti annuncia in anteprima che: “presto l’Italia avrà nuovi compiti nella lotta contro l’Isis”.
Ai guerrafondai dei piani alti rispondiamo con la lotta contro i licenziamenti, e con la guerra alla guerra dei padroni.
Saluti da un operaio in pensione con figli e nipoti disoccupati.
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