Redazione,
hanno chiuso l’ennesima fabbrica! La Titan, multinazionale americana.
I sindacati e l’istituzione Regione Emilia Romagna hanno firmato un accordo che nei fatti chiude la fabbrica Titan di Valsamoggia.
Riepiloghiamo: Titan Italia SpA il 20/10/2014 apre la procedura di licenziamenti collettivi per 186 operai. La risposta delle maestranze è immediata: sciopero e blocchi dei cancelli, dalla fabbrica non esce più niente, un tentativo maldestro dell’azienda per fare uscire del materiale con un furgone fallisce miseramente per la forte resistenza operaia.( La Titan fornisce componenti alla Fiat CNH DI Modena che impone a centinaia di operai 2 giorni di permessi individuali con il benestare dei sindacati asserviti CISL- UIL – FISMIC – la FIOM non ha firmato ma si e guardata bene di indire uno sciopero contro l’imposizione della Fiat e dare così la solidarietà agli operai Titan in lotta). La Fiom a parole afferma di appoggiare la lotta e invece di dare indicazione di occupare la fabbrica, come va sbraitando il suo leder Landini nelle dichiarazioni ai giornali e in TV, inizia il balletto per aprire un tavolo con le istituzioni. Il risultato di questo tavolo non si discosta da tutti gli altri accordi che prevedono licenziamenti, portati avanti da padroni, sindacati e istituzioni. Questi tavoli servono per addomesticare e fiaccare la resistenza degli operai che lottano per non perdere il lavoro. La democratica FIOM chiede di sottoporre l’accordo agli operai con un referendum, dopo che nei giorni precedenti molti operai sono stati avvicinati dai burocrati sindacali per convincerli a votare a favore.Oltre a queste pressioni individuali, va segnalato un episodio a dir poco strano: due persone sono entrate in saletta sindacale dove c’era l’urna senza avvisare un operaio che faceva parte della commissione e che si era apertamente dichiarato per il no all’ipotesi di accordo. Cosa sono entrate a fare escludendo l’altro, cioè quello palesemente contrario all’accordo? Il risultato del referendum e’ stato di 111 voti favorevoli e 58 contrari. La minoranza contraria all’accordo, insieme a quelli della RSU che non hanno firmato, non deve accettare che qualcuno (anche se in maggioranza) possa decidere di gettarla in miseria e deve organizzare la lotta con tutti quelli che vogliono lottare. Guardiamoci intorno: quanti operai sono costretti ad ingrossare le file alla Caritas per poter mangiare? Quanti sfratti per morosità e sequestri di case dobbiamo subire? OPERAI: Se i tavoli servono per addomesticare la resistenza operaia, a questi tavoli gli operai devono recarsi con una sola parola d’ordine: non accettiamo la chiusura della nostra fabbrica! Tanto meno gli ammortizzatori sociali! Ai padroni va detto una sola frase “tu vuoi chiudere? Noi vogliamo lavorare e non va aperta nessuna trattativa che preveda la chiusura della fabbrica”. Sindacati e istituzioni se non sono d’accordo con la volontà degli operai vanno mandati a fare in culo e gli operai devono prendere in mano la lotta senza delegare nessuno alla difesa dei propri interessi. Questo e’ il primo passaggio obbligato che gli operai devono fare per poi potersi organizzare in modo indipendente. Non è facile, abbiamo tutti contro, ma è l’unica alternativa per contrastare i licenziamenti e creare così i presupposti per la nascita del PARTITO degli OPERAI che metta fine alla dittatura economica capitalista che si basa sulla schiavitù del lavoro salariato. OPERAI, LIBERIAMOCI DALLE CATENE . ALLEGO IL FAMIGERATO ACCORDO FIRMATO DAL PADRONE, SINDACATI E REGIONE.
L’accordo in formato pdf
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A.L.- SOSTENITORE DELLA LOTTA ALLA TITAN E DI TUTTE LE LOTTE OPERAIE CONTRO I LICENZIAMENTI.
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