LA MATTANZA DEGLI OPERAI DELL’AST DI TERNI

Redazione  di operai contro, noi operai dell’AST siamo trattati come i tonni quando vengono catturati. Riceviamo mazzate dal padrone, dal governo, dai sindacalisti nazionali, dalle RSU locali. Ora non sanno come fare. La richiesta di autolicenziamento sono superiori agli esuberi richiesti dal padrone. In ogni caso i sindacalisti non hanno ancora il coraggio di dire che hanno firmato l’accordo con il padrone. Vi invio la cronaca del messaggero Un operaio dell’AST Terni – E’ in corso l’ennesimo vertice al Mise sulla ristrutturazione delle acciaierie ternane. Per tutti la speranza che sia l’ultimo incontro e che si firmi l’accordo.Trattativa ancora […]
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Redazione  di operai contro,

noi operai dell’AST siamo trattati come i tonni quando vengono catturati.

Riceviamo mazzate dal padrone, dal governo, dai sindacalisti nazionali, dalle RSU locali.

Ora non sanno come fare. La richiesta di autolicenziamento sono superiori agli esuberi richiesti dal padrone.

In ogni caso i sindacalisti non hanno ancora il coraggio di dire che hanno firmato l’accordo con il padrone.

Vi invio la cronaca del messaggero

Un operaio dell’AST

Terni – E’ in corso l’ennesimo vertice al Mise sulla ristrutturazione delle acciaierie ternane.
Per tutti la speranza che sia l’ultimo incontro e che si firmi l’accordo.Trattativa ancora in corso (ore 8.00). Al Mise si sta ancora trattando. “Azienda lentissima” twitta Marco Bentivogli (Fim Cisl) nella notte.

Ghini (Uilm): trattativa difficile ma proviamo a chiudere (ore 20.45). «Una trattativa difficile, ma proviamo a chiudere, non ci sono motivi per non farlo». È il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, a dipingere così, in una pausa della trattativa sulla Ast, lo stato del confronto che ha luogo al Mise. Pur registrando una situazione di «chiusura» circa la clausola di salvaguardia relativa alle ditte in appalto, Ghini registra qualche apertura sull’integrativo. Inoltre, spiega, quella della cassa integrazione straordinaria, che nell’ipotesi dell’azienda «riguarderebbe 400 lavoratori», «per noi è un problema superato. L’azienda, che l’aveva richiesta in precedenza, aveva assicurato che se si fosse arrivati alla cifra di 290 esuberi non ce ne sarebbe stata più necessità». Quanto all’ipotesi di cassa integrazione ordinaria, l’azienda, rileva, avrebbe ancora a disposizione 26 settimane. Dunque, a giudizio del sindacalista, non ci sarebbero ostacoli insormontabili alla chiusura di un ipotesi di accordo. Il confronto comunque continuerà nelle prossime ore.

Dopo la pausa si riparte con la discussione su integrativo, ditte terze e Cig. (ore 20.30). Dopo la pausa che in corso dalle 19.30 alle 20.30 si tornerà a parlare di integrativo e di quali saranno le modalità di ritorno al lavoro con la fabbrica che ha una ripartenza lenta, con pochi ordini. A quanto si è appreso l’ad Morselli vorrebbe ripartire con una parte del personale in cassa integrazione straordinaria cosa che è tecnicamente impossibile. La Fiom ha sostenuto che se passasse la cassa integrazione straordinaria non firmerebbe l’accordo. Per quanto riguarda, invece, la richiesta di una clausola sociale per mantenere i posti di lavoro delle ditte terze l’ad Morselli avrebbe risposto con un secco “Assolutamente non se ne parla”. Su questo punto sembra che l’azienda non dia margini di apertura a meno che non si trovi una dicitura più generica rispetto a quella richiesta dei sindacati che secondo la Morselli è “irricevibile”. C’è apertura sull’integrativo che dovrebbe salire da 8.2 a 10 milioni, avvicinandosi così alla richiesta dei sindacati che è di 11 milioni.
Il secondo forno sembra essere ormai un dato acquisito, la verifica a due anni non è prevista.

Gambardella (Uilm): raggiunto il numero degli esuberi volontari (ore 18.30) «Èstato raggiunto il numero di esuberi volontari richiesto dall’azienda: 290 persone usciranno infatti con l’esodo incentivato, quindi è stato risolto il problema dei licenziamenti, ora resta il nodo salariale ma speriamo di essere in dirittura di arrivo, crediamo che ci siano gli elementi per chiudere». Lo ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Gambardella in una pausa della trattativa su Ast al ministero dello sviluppo economico. Gambardella ha sottolineato che «il tema del salario è delicato e la trattativa non sarà semplice ma ci sono i margini per chiudere».

Le modalità del bonus. Hanno quindi richiesto il bonus 290 lavoratori mentre altri sei nominativi sono stati accettati e messi in lista d’attesa nel caso qualcuno dei “prenotati” si ritirasse.

Galgano (Sc) annuncia conferenza stampa: public company per Ast (ore 17.45) Una Public Company per salvare Ast e il distretto dell’acciaio di Terni. Questa l’idea lanciata dalla deputata umbra di Scelta Civica Adriana Galgano, che verrà presentata in conferenza stampa giovedì 4 dicembre dalle ore 10.00, presso la sala stampa di Montecitorio. All’evento parteciperanno, inoltre, il rappresentante del comitato dei cittadini ternani e umbri promotori del progetto Public Company Giovanni Ceccotti, il capogruppo alla Camera Andrea Mazziotti (avvocato ed esperto di public company), il deputato Alberto Bombassei e alcuni operai dell’acciaieria.

L’annuncio: Stella di Miranda dedicata ai lavoratori Ast. (ore 17.30). Sarà quest’anno all’insegna della solidarietà con i lavoratori dell’Ast la cerimonia di accensione della tradizionale Stella di Miranda, in programma lunedì prossimo a Terni. Il premio Stella d’oro sarà infatti consegnato, alle 16 a palazzo Spada, alle rsu dell’acciaieria e al giornalista Rai Diego Bianchi, che nella sua trasmissione Gazebo ha seguito la vicenda. La Stella ha 105 metri di diametro e 350 di coda, per una superficie complessiva occupata di 30 mila metri quadri.

Bentivogli (Fim Cisl): fare di tutto per chiudere (ore 17) «Dobbiamo fare di tutto per chiudere oggi la vertenza Ast. Le posizioni si sono avvicinate moltissimo nelle ultime ore». Lo ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli arrivando al ministero dello Sviluppo economico per partecipare alla riunione tra Governo, azienda e sindacati su Acciai Speciali Tern

Teresa Bellanova (Sottosegretario al lavoro). (ore 16). “La vertenza Ast è stata faticosa. Auspico che si possa mettere la parola fine con piena soddisfazione sia dei lavoratori sia dell’impresa». Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, arrivando al ministero dello Sviluppo economico per partecipare al tavolo Ast con governo, sindacati e impresa. A chi chiedeva se oggi si chiuderà l’accordo, Bellanova ha replicato: «Siamo qui per dare una mano in questa direzione. Speriamo che dopo tutti questi giorni di lotta, costati fatica e reddito ai lavoratori e che hanno inciso anche sul reddito dell’azienda, si possa mettere la parola fine con piena soddisfazione delle parti». Secondo Bellanova, tra le parti si sarebbero registrati passi avanti su licenziamenti, integrativo aziendale e tutela dei lavoratori dell’indotto

Landini (Fiom): Accordo col consenso dei lavoratori. (ore15). «Se si vuole dare un futuro all’Ast è indispensabile trovare un accordo che abbia il consenso dei lavoratori». Lo ha detto il segretario generale dell Fiom, Maurizio Landini, arrivando al ministero dello Sviluppo economico per l’incontro tra Governo, sindacati e azienda sulla vertenza Ast. «Siamo – ha ribadito Landini – per fare un accordo se possibile; vale sempre il merito. Integrativo aziendale, tutela dei lavoratori delle aziende appaltanti ed evitare i licenziamenti sono punti su cui trovare una mediazione necessari, come anche la conferma di investimenti e la durata quadriennale del piano industriale. Sono qui per cercare un’intesa sulla base del mandato dato dai lavoratori». Secondo Landini, il via libera dato ieri dai lavoratori Ast all’uscita del treno per consegnare un carico di acciaio al Gruppo Marcegaglia, «è un atto di responsabiilità e un elemento che può far riflettere Thyssen Krupp»

Gozzi (Federacciai): riprendere al più presto la produzione. (ore 14.10)Le perduranti iniziative di mobilitazione all’Ast stanno causando un enorme pregiudizio alle aziende italiane trasformatrici di acciaio inossidabile, che storicamente hanno fatto affidamento sulle forniture del produttore nazionale di acciaio inox. Lo fa sapere Federacciai in una nota avvertendo che se non si trova rapidamente un accordo non si lavorerà più. In particolare, spiega l’associazione, vengono penalizzati i settori dei tubisti e dei rilaminatori, che pure rappresentano storicamente lo sbocco principale della produzione di Terni, con ordinativi superiori alle 400 mila tonnellate/anno (su una produzione italiana di 600.000 tonnellate) e che si trovano oggi costretti a ricercare alternative di fornitura all’estero. «La situazione si deteriora giorno dopo giorno – spiega il presidente di Federacciai Antonio Gozzi – se la questione non si risolve rapidamente a breve non ci saranno più nemmeno gli ordini per mantenere acceso un solo forno, poichè, come noto, nel settore siderurgico i grandi utilizzatori devono avere garanzie di fornitura e una volta cambiato il fornitore non si torna indietro facilmente». «Il rischio per Ast – conclude il presidente – è che quando gli scioperi saranno terminati, l’azienda non avrà più gli ordinativi per poter riprendere il lavoro. In questo senso, riteniamo che forse, una più puntuale considerazione anche del mercato e dei clienti potrebbe aiutare le parti a ricercare un più rapido e condiviso accordo, nell’interesse di tutti».

Furlan (Cisl): accordo al più presto (ore 12). «Io mi aspetto che finalmente questa situazione davvero incresciosa trovi una soluzione». Lo ha detto Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, parlando della possibilità che oggi al Ministero per lo Sviluppo economico sia raggiunto un accordo per l’Ast di Terni. Furlan ha parlato a margine dell’iniziativa della Cisl alla Stazione Leopolda di Firenze

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