Redazione di Operai Contro,
sindacalisti e padrone sperano di averci fregato.
Hanno trasformato i licenziamenti in autolicenziamenti
Ma ora sono nei guai
L’accordo è una trombonata
Un operaio AST
Cronaca del messaggero di Terni
ERNI Organici della fabbrica, pagamento degli stipendi, imprese dell’indotto: sono soprattutto questi gli argomenti di maggiore attualità all’Ast di Terni dopo la firma dell’ipotesi di accordo sul nuovo piano industriale ed in attesa del referendum tra le maestranze che lo deve confermare.
Per la questione degli organici, sindacati di categoria e rsu hanno chiesto un incontro urgente al dirigente dell’ufficio personale di Ast, Arturo Ferrucci: infatti, con l’uscita volontaria di oltre 290 dipendenti dell’acciaieria, sarebbero venute meno anche figure professionali importanti all’interno della produzione, come capiturno e capireparto.
Da affrontare anche la questione relativa agli impiegati, ed il rapporto del loro numero attuale rispetto a quello degli operai.
Fronte stipendi: non sarebbero ancora stati corrisposti ai circa 2.700 lavoratori di Ast gli stipendi di novembre, il cui pagamento potrebbe slittare oltre la data del 10 dicembre, che era stata annunciata nei giorni scorsi.
Infine, le imprese dell’indotto Ast, che sabato prossimo si riuniranno in assemblea. Oggi alcuni loro dipendenti hanno diffuso a Terni un volantino in cui si afferma che «dopo la firma dell’ipotesi di accordo sulla vertenza Ast, è ormai palese che le istituzioni, sindacali e politiche, considerano i lavoratori delle ditte terze operai di serie B»: per questi lavoratori, senza una clausola di salvaguardia negli appalti, non ci sarebbero garanzie di futuro.
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