MAFIA CAPITALE: Marino: “Roma si costituirà parte offesa nel processo”?

Redazione di Operai Contro, il sindaco di Roma (eletto dal Pd), Ignazio Marino, in qualità di legale pro tempore di Roma Capitale ha firmato oggi l’atto con cui formalizza alla Procura della Repubblica di Roma la “costituzione dell’amministrazione quale parte offesa, nel procedimento che verrà instaurato a carico di Massimo Carminati e altri“. L’atto precisa che la posizione di Roma Capitale è operata anche “in vista della futura costituzione di parte civile dell’amministrazione nel processo penale”, per ottenere il risarcimento dei “danni morali e materiali conseguenti ai reati per cui si procede, che vedono il Comune quale parte offesa e […]
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Redazione di Operai Contro,
il sindaco di Roma (eletto dal Pd), Ignazio Marino, in qualità di legale pro tempore di Roma Capitale ha firmato oggi l’atto con cui formalizza alla Procura della Repubblica di Roma la “costituzione dell’amministrazione quale parte offesa, nel procedimento che verrà instaurato a carico di Massimo Carminati e altri“. L’atto precisa che la posizione di Roma Capitale è operata anche “in vista della futura costituzione di parte civile dell’amministrazione nel processo penale”, per ottenere il risarcimento dei “danni morali e materiali conseguenti ai reati per cui si procede, che vedono il Comune quale parte offesa e danneggiata”.

Siamo al surreale: “costituzione dell’amministrazione quale parte offesa” ma non sono coinvolti gli amministratori di Roma?
A questa grande operazione, altre ne seguiranno a breve“: così il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone ascoltato dalla Commissione parlamentare Antimafia.  Pignatone ha anche fatto sapere che il Comune di Roma ha sospeso una gara per 25 milioni riguardante l’Ater “perchè si profilava un’affidamento alle società di Buzzi”. “Ci potrebbe essere – ha fatto sapere ancora – una richiesta di commissariamento degli appalti se Cantone lo riterrà”.

L’inchiesta quindi non riguarda solo fatti di quando era sindaco Alemanno

L’inchiesta sulla corruzione a Roma “sta a ricordare che, virtualmente,non c’è angolo dell’Italia che sia immune dall’infiltrazione criminale“: è il commento pubblicato oggi nell’edizione internazionale del New York Times (Inyt) in una corrispondenza da Roma apparsa in prima pagina. “Perfino per un Paese in cui la corruzione è data per scontata nella vita quotidiana – osserva inoltre il quotidiano statunitense -, le rivelazioni hanno sbalordito i cittadini”. Un’inchiesta, quella sulla mafia a Roma, che “solleva nuove domande circa la capacità dell’Italia di riformasi e soddisfare le richieste di una responsabilità di bilancio fatte dai suoi partner dell’eurozona”. E il giornale non ha dubbi: “La diffusa e incontrollata corruzione di fondi pubblici rivelata dall’inchiesta è un’esempio della situazione che ha portato il debito pubblico dell’Italia ad uno dei livelli più alti in Italia”.

Le mani non solo su Roma, ma interessi anche in Calabria. L’emergenza immigrati stuzzicava gli appetiti dell’organizzazione capeggiata da Massimo Carminati, ma per operare in quella terra era necessario il via libera della ‘Ndrangheta. Da qui, e sullo sfondo di interessi comuni, un accordo con le cosche Mancuso di Limbadi, in virtù del quale le rispettive attività si potevano sviluppare senza intoppi. Un mutuo scambio: “lì comandiamo noi, qui loro”. C’è anche questo nell’inchiesta su Mafia Capitale ed oggi i mediatori di quell’accordo, Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, sono stati arrestati per associazione di tipo mafioso. Secondo la procura di Roma avrebbero assicurato il collegamento tra la cosca egemone nel vibonese ed alcune cooperative gestite da Salvatore Buzzi.

Altro che salvataggio degli immigrati. Gli immigrati scampati alla morte nel mediterraneo venivano utilizzati per fare soldi.

Un senegalese

 Mafia Roma: Bindi a Pignatone, grazie per lavoro svolto

Il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, e il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone,

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