PER IL DIBATTITO.
PER IL DIBATTITITO. Negli ultimi tempi la Mafia è tornata prepotentemente alla ribalta con gli avvenimenti di cronaca: tutti parlano d’infiltrazioni mafiose, ci manca solo che gli intellettuali e studiosi non si mettano a calcolare il “tasso di mafiosità” di un territorio! Le vicende romane hanno fatto gongolare il Presidente Crocetta che ha affermato: “Vedete da noi certi scandali non succedono, c’è più Mafia (intesa solo come fenomeno delinquenziale) al Nord che in Sicilia!”-ma questo signore non dovrebbe dare spiegazioni come ha fatto la Sicilia ad accumulare più di diciotto miliardi di debiti? Mah-. Allora l’idea che la gente comune si fa della Mafia, assomiglia tanto a un cancro maligno che non si riesce a estirpare, ma ricompare con le sue metastasi in zone che non ti aspetti, un cancro che, ormai, sta corrodendo le istituzioni e si va diffondendo in tutto il paese. Ed ecco che emerge l’eterna contrapposizione tra Stato e Mafia, è comodo avere dei capri espiatori quando non si riesce a sfilare il bandolo della matassa. Come ho detto spesso, specialmente nei miei primi articoli, le vicende di mafia servono soprattutto a portare avanti delle mistificazioni, utili per condizionare l’opinione pubblica: “Vedete i guai della nostra società derivano dal malaffare, bisogna eliminare le mele marce, fatto questo le cose torneranno a posto, quando lo Stato si sarà definitivamente liberato dalla mafia”. Quante balle ci raccontano, in realtà lo Stato (borghese) e le Mafie rappresentano due facce di una stessa medaglia e perseguono entrambi lo stesso fine, con modalità diverse: difendere il profitto, le rendite e i privilegi! Cercherò di seguito di giustificare questa mia affermazione.
UN PO’ DI STORIA. La Mafia non è nata, contrariamente a quello che si crede, come associazione tra criminali, ma “L’Onorata Società” alle origini era costituita da nobili, latifondisti che si opponevano al liberalismo e al movimento dei contadini. L’innesto con la malavita è stato necessario per imporre con la forza la “propria legge” senza sporcarsi direttamente le mani. In definitiva i vertici degli “Uomini d’Onore” si sono serviti dei malviventi che si erano aggregati, per difendere i loro privilegi e opprimere, con la forza, il popolo che si stava organizzando. Nel primo dopoguerra, in particolare, il braccio armato della Mafia, fatto di delinquenti scapestrati in cerca di riscatto sociale, è stato ampiamente utilizzato per reprimere il più dirompente movimento di riscatto popolare italiano: la quasi totalità delle prime vittime di mafia erano costruite da sindacalisti ed esponenti politici, ma anche di popolani dalla testa calda. Periodicamente, però, i burattinai (i pupari per meglio dire) della ONORATA SOCIETA’ si liberavano della manovalanza criminale, quando questa non serviva più e diventava scomoda, come è avvenuto con Salvatore Giuliano subito dopo la strage di Portella delle Ginestre. Con il tempo anche la borghesia nazionale più reazionaria ha imparato a utilizzare i “servigi” delle organizzazioni mafiose: in tutti i momenti più bui della storia recente, soprattutto nella strategia della tensione, nel tentato Golpe Borghese, le mafie hanno collaborato con i movimenti di estrema destra, per soffocare, sul nascere, i movimenti popolari.
COME FUNZIONANO REALMENTE LE COSE. Bisogna essere chiari, il capitalismo è sorretto da diverse sovrastrutture, alcune esplicite e “legali”, altre “oscure, parallele”. La religione, le “istituzioni” i mass media, con tutto i codazzi d’intellettuali, svolgono il compito di condizionare il popolo e dare l’illusione di poter cambiare la realtà. Alle volte queste non bastano, il popolo, gli operai, i contadini alzano la testa perché non accettano lo stato di sfruttati. Se i Pupari capiscono che non riescono più muovere i fili a proprio piacimento, ecco che entrano in gioco le sovrastrutture occulte e parallele: organizzazioni paramilitari (nel Sud America), organizzazione di estrema destra, società segrete, organizzazioni mafiose. Il compito di queste organizzazioni è di condizionare con la forza il popolo, oppure sospendere la democrazia se la situazione sfugge di mano. Queste mie affermazioni non sono frutto della fantasia ma sull’analisi delle vicende storiche mondiali. Negli Stati Uniti vi è addirittura un’organizzazione istituzionale e “legale” che svolge queste funzioni, non solo nel proprio paese ma anche nel mondo: la CIA ufficialmente abilitata per “difendere gli interessi nazionali”, per questo gli Americani non hanno bisogno di organizzazioni occulte parallele.
I SERVIGI ORDINARI DELLE MAFIE. Le sovrastrutture occulte e parallele non svolgono le loro funzioni solo in tempo di “guerra”, ma anche in periodi di “pace”, e sono tanti, al di la le delle( finte) indignazioni: le mafie organizzano l’eliminazione dei rifiuti pericolosi, prodotti soprattutto nel Nord Italia e Nord Europa; le mafie hanno organizzato i flussi migratori fornendo mano d’opera a basso costo, hanno organizzato il flusso dei capitali. In poche parole hanno svolto il lavoro sporco, al servizio del Capitale per permettere a questo sistema di stare in piedi, collaborando, sottobanco, con le istituzioni. Per avvalorare queste mie affermazioni vorrei fornire dei dati: i rifiuti dei processi industriali potrebbero ammontare, globalmente nel mondo a DUE MILIARDI DÌ TONNELLATE l’anno come sono smaltiti? Solo in Italia le mafie muovono un giro di “affari” di CENTO MILIARDI DI EURO, dove vanno a finire questi soldi, e quelli di tutte le mafie mondiali? Allora, con ogni probabilità, ciò che è emerso in questi giorni è solo la punta dell’Iceberg di quello che realmente avviene, la maggior parte delle magagne semplicemente non verranno mai a galla.
TUTTO QUESTO PER DIFENDERE IL PROFITTO. Cos’ì com’è strutturata questa società, tutte le sovrastrutture servono a difendere il profitto: un imprenditore può organizzare i propri processi produttivi senza darsi pena di come smaltire i rifiuti industriali, se le cose vanno male, sarà lo stato a integrare il reddito dei lavoratori, così sarà anche lo Stato a riparare i danni derivanti dalla propria attività sull’ambiente; se vuole cercare altri lidi dove massimizzare i profitti, saranno sempre le Istituzioni a difendere queste scelte. In definitiva i padroni intascano al netto il profitto, quando le cose vanno bene, quando vanno male i costi vengono scaricati sulla collettività e sulle generazioni future.
CONCLUSIONI. Non bisogna farsi abbindolare dalle tante chiacchiere che vanno dicendo gli intellettuali irreggimentati in questi giorni, le mafie, quando non serviranno più, potranno anche scomparire, ma lo sfruttamento e il lavoro salariato rimarranno, e le condizioni dei poveri cristi non cambieranno di una virgola. Non è neanche vero che non ci sono soluzioni a questo stato di cose, basterebbe eliminare tutti i paradisi fiscali, imporre di non produrre rifiuti nei processi produttivi ed eliminare l’uso del denaro contante, allora il “malaffare” si scioglierebbe come neve al Sole; ma è illusorio pensare che ciò possa avvenire nel Capitalismo, ma solo quando si avrà il controllo e la socializzazione dei mezzi di produzione, anche per questo serve il Partito Operaio!
PIERO DEMARCO
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