Redazione di OperaiContro,
Lo sciopero generale proclamato, attraverso il sindacato, dai lavoratori
della Israel Electric Company assume un peso maggiore.
I disservizi sono stati evidenti in tutto il Paese, alcuni guasti non
sono ancora stati riparati, i centralini telefonici della compagnia sono
per la maggior parte muti.
Il 24 dicembre l’amministratore delegato Eli Glickman ha minacciato
tutti i dipendenti amministrativi ed i manager di presentarsi sul posto
di lavoro, pena il licenziamento: si sono infatti registrate adesioni
alla protesta anche da alcuni responsabili di reparto ed amministrativi
con importanti posizioni di livello.
Glickman minaccia sospensioni immediate e licenziamenti in tronco per
chi insisterà a sostenere la protesta partita dagli operai il 23
dicembre: se ufficialmente le motivazioni stanno nella stabilizzazione
del personale mantenuto perennemente precario, la reale causa scatenante
è il costante rinvio della riforma del settore energetico, approvata dal
governo israeliano nel 1996, la quale obbligava entro 10 anni a
scorporare l’azienda unica pubblica fornitrice di energia, avviando un
percorso di privatizzazioni. Il sindacato ha colto la palla al balzo
della recente sentenza dell’Antitrust di Tel Aviv, che ha bocciato la
partnership di 2 aziende energetiche di produzione e distribuzione di
gas (una è statunitense) identificandola come un “cartello”.
Al link seguente il precedente post sulla questione:
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=317156428484963&id=100005718259043
Qui di seguito invece gli aggiornamenti, con l’articolo di GLOBES del 24
dicembre:
http://www.globes.co.il/en/article-iec-senior-managers-join-strike-1000995917
( m.l. )
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