Babbo Natale: in nome dei poveri festeggiano i ricchi.

Caro Operai Contro, i bambini figli di operai, disoccupati, sottoccupati in generale dei poveri, non capiscono perché loro sono esclusi dallo sfarzo e dal clima di festa che li bombarda: dalle vetrine, alla televisione, alla scuola, ai bei regali che ricevono i bambini figli di benestanti. Capiranno crescendo e se lo ricorderanno per tutta la vita, perché i bambini figli dei padroni dei ricchi, dei benestanti, in una parola dei borghesi, hanno anche un Babbo Natale ricco che gli porta dei bei regali. Spero tanto che i miei nipotini lo possano raccontare in un mondo senza padroni, senza sfruttamento […]
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Caro Operai Contro,

i bambini figli di operai, disoccupati, sottoccupati in generale dei poveri, non capiscono perché loro sono esclusi dallo sfarzo e dal clima di festa che li bombarda: dalle vetrine, alla televisione, alla scuola, ai bei regali che ricevono i bambini figli di benestanti.

Capiranno crescendo e se lo ricorderanno per tutta la vita, perché i bambini figli dei padroni dei ricchi, dei benestanti, in una parola dei borghesi, hanno anche un Babbo Natale ricco che gli porta dei bei regali.

Spero tanto che i miei nipotini lo possano raccontare in un mondo senza padroni, senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Saluti da un nonno operaio in pensione.

Mando un breve articolo del “fatto quotidiano”.

MILANO – Il Natale 2014 si chiude con una riduzione generalizzata dei consumi del -5% rispetto allo scorso anno. Il dato arriva dal Codacons, che come ogni anno all’indomani delle feste natalizie fornisce i dati ufficiali sulle spese delle famiglie.

I consumi legati al Natale (addobbi, regali, alimentari, viaggi, ristorazione, ecc.) secondo l’associazione si sono fermati quest’anno a quota 9,8 miliardi di euro, con una contrazione del -5% sul 2013 e un taglio di 8,2 miliardi di euro. Le famiglie, spiega il Codacons, hanno reagito alla crisi ancora in atto nel nostro Paese, limitando le spese tipiche della festività, complice anche un dicembre caratterizzato da una concentrazione di scadenze fiscali (Tasi, Imu, Tari, ecc.). Non tutti i settori hanno però risentito del clima di austerity: se le vendite sono andate particolarmente male per abbigliamento, calzature, arredamento, addobbi e viaggi, comparti dove il calo degli acquisti ha raggiunto il -10%, i settori alimentari, giocattoli e hi-tech hanno tenuto il passo rispetto ai consumi degli anni passati.

“Negli ultimi anni – lancia l’allarme il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – si è assistito a un crollo vertiginoso dei consumi natalizi in Italia, calati dal periodo pre-crisi a oggi addirittura del 45,5%. In base ai dati ufficiali, infatti, nel 2007 ‘l’effetto Natale’, ossia i maggiori consumi per spese natalizie effettuate nel mese di dicembre presso negozi, grande distribuzione e centri commerciali, è stato pari a 18 miliardi di euro. Nel 2014 invece la spesa degli italiani nell’intero periodo natalizio si è fermata a 9,8 miliardi di euro. Ciò significa che in 7 anni le famiglie del nostro Paese hanno tagliato le spese natalizie per la maxi cifra di 8,2 miliardi di euro”.

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