Redazione di Operai Contro,
il ministro Padoan sono mesi che afferma che il mese dopo la recessione finirà.
Non è così
Non c’è stato alcun colpo di coda del manifatturiero europeo sul finale del 2014: i dati dell’istituto di ricerca Markit relativi al mese di dicembre dipingono ancora una situazione di stagnazione per l’Eurozona, con secche negative in Italia e Francia e una Germania troppo debole per trainare tutti gli altri.
Gli indici Pmi, costruiti attraverso le opinioni delle aziende, raccontano di un Vecchio continente ancora impantanato e impattano anche sui mercati, che inizialmente avevano accolto con favore le parole di Mario Draghi sull’imminenza di un intervento della Bce.
Il Pmi manifatturiero dell’Eurozona si è fermato a 50,6 punti a dicembre, sopra la soglia di 50 punti che separa le fasi di espansione e contrazione economica ma sotto i 50,8 punti indicati nella prima stima.
La media del Pmi dell’ultimo trimestre dell’Eurozona (50,4), rappresenta la crescita peggiore del anifatturiero da quando la ripresa è iniziata nel terzo trimestre del 2013. Si è verificato un leggero miglioramento dei nuovi ordini ricevuti, soprattutto esteri. Markit spiega che tra i singoli Paesi Irlanda, Spagna e Paesi Bassi hanno riportato forti miglioramenti, mentre Austria e Grecia modesti. A dicembre e per il quarto mese consecutivo, aumentano i livelli occupazionali del manifatturiero, con nuovi posti di lavoro in Germania, Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e, con il primo aumento in sette mesi, in Grecia. Di contro, aumentano i tassi di contrazione in Francia e in Italia. Grazie all’attuale riduzione del prezzo del petrolio rimane debole la pressione sui costi.
“Ancora una volta – commenta Chris Williamson, capo economista di Markit – le imprese manifatturiere dell’Eurozona hanno segnalato una stagnazione dell’attività. La crisi in Ucraina ha incrementato l’incertezza economica. Se tutto va bene dovremmo osservare una crescita maggiore durante i prossimi mesi. I costi minori, collegati al crollo del prezzo del greggio, stanno aiutando e aumentano le speranze di stimoli politici più aggressivi da parte della Bce”.
Nel dettaglio dell’Italia, la contrazione è rappresentata da un indice Pmi manifatturiero a 48,4 punti, il punto più basso dal maggio del 2013. A dicembre, il Belpaese ha visto il terzo mese consecutivo di calo. Il problema è che i tassi di contrazione della produzione, dei nuovi ordini e dei livelli occupazionali hanno accelerato. “Uno dei lati positivi dell’ultima indagine è rappresentato dalla crescita continua dei nuovi ordini dall’estero ad un livello che è stato in continua crescita mensile durante gli ultimi due anni, l’incremento di dicembre è stato elevato anche se è risultato leggermente inferiore rispetto a quello del mese precedente”, dice Markit. Negativo invece il commento dell’economista Phil Smith, che sottolinea come il calo degli ordini lasci presagire una nuova contrazione degli indici in futuro.
Un lettore
Comments Closed