Redazione,
prima di lasciare Napolitano ha voluto coinvolgere Francesco, il vescovo di Roma, nella lotta alla criminalità.
Ecco il testo integrale della lettera: “Santità, il suo messaggio in occasione della celebrazione della 48^ Giornata Mondiale della Pace è stato per me, come ogni anno, occasione di attenta e partecipe riflessione.
Il fenomeno drammatico della schiavitù, come puntualmente richiamato da Vostra Santità, è solo apparentemente lontano da noi, nel tempo e nello spazio. Al contrario, e malgrado la quotidiana condanna sul piano del diritto e le reiterate dichiarazioni di principio, sono ancora oggi troppo frequenti e diffuse molteplici forme di privazione della libertà e dignità degli esseri umani.
Io penso che il modo peggiore di privare della libertà e della dignità gli esseri umani sia quello di occupare militarmente altre nazione, di bombardare i civili, di imporre dei dittatori.
Io penso che il modo peggiore di privare della libertà e della dignità gli esseri umani, è quello di permettere ai padroni di licenziare, e quindi buttare nella miseria gli operai
Io penso che il modo peggiore di privare della liberta e della dignità gli esseri umani, è quello di difendere pochi ricchi, mentre operai, lavoratori, disoccupati, pensionati, sono costretti a sopravvivere nella miseria.
Napolitano non sono queste “forme di privazione della libertà e dignità degli esseri umani” ?
Non è un caso, d’altra parte, che alcune delle riflessioni contenute nel messaggio di Vostra Santità siano al centro dell’agenda politica nazionale ed europea, a partire dal tema dell’accoglienza per i migranti ed i richiedenti asilo, sul quale Vostra Sanità ha voluto, sin dal principio del Suo Pontificato, attirare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale.
Se, infatti, alla base del fenomeno della riduzione in schiavitù vi è indubbiamente una concezione antropologica distorta e distorsiva, spetta alle Istituzioni e ai Governi agire sulle cause sociali ed economiche che portano alcuni esseri umani ad abusare di altri, attraverso forme di costrizione fisica e psicologica mentre, sul piano politico, l’attenzione deve essere rivolta in primo luogo alle politiche del lavoro e all’istruzione, che costituiscono gli strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e rispettosa dell’uomo.
Napolitano perchè non dice chiaramente che i padroni sono i responsabili della strage dei migranti?
Altrettanto deciso deve essere lo sforzo nella lotta alla criminalità nelle sue svariate forme, dallo sfruttamento della prostituzione alla pratica del lavoro nero, dalla corruzione al traffico di esseri umani.
Napolitano, lottare contro il lavoro nero, vuol dire lotta contro i padroni.
Napolitano, lottare contro la corruzione, vuol dire lottare contro i partiti politici della borghesia.
Napolitano, lottare contro la corruzione, vuol dire lottare e distruggere i parlamenti dei padroni
Napolitano, lottare contro i trafficanti di esseri umani, vuol dire permettere la libera circolazione degli uomini
Condivido l’ammirazione e la gratitudine espresse da Vostra Santità per ‘l’enorme lavoro silenzioso’ delle tante associazioni di volontariato, sia religiose che laiche, attive in questi campi, spesso a costo di grandi sacrifici personali da parte dei loro membri. La loro quotidiana fatica deve costituire uno sprone per i responsabili della vita politica, affinché si impegnino al loro fianco per garantire a tutti condizioni di vita migliori.
A conclusione di questa rapida riflessione mi permetta, Santità, di condividere il Suo invito a trasformare il fenomeno, per molti aspetti controverso, della globalizzazione in una forza positiva e coinvolgente ‘di solidarietà e di fratellanza’, che possa avvicinare soggetti diversi e non contribuire invece a rendere ancor più difficili da colmare le disparità economiche e le divaricazioni sociali oggi esistenti.
Con questa speranza e nella certezza di farmi interprete dei sentimenti del popolo italiano le rivolgo, Santità, un fervido e sincero augurio per il nuovo anno e per la prosecuzione della Sua missione apostolica”.
Napolitano, forse è ora che tu lasci
Un vostro lettore
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