Caro Operai Contro,
mentre va in onda la recita a rete unificate dell’elezione del capo dello Stato, i nuovi dati Eurispes tolgono la maschera all’ipocrita sceneggiata. Mentre Renzi continua impunemente a raccontar balle, sbandierando nuove assunzioni senza tener conto del loro rapporto con i disoccupati, un cittadino su due non arriva a fine mese. I giovani che lasciano la scuola sono il 17%, contro una media europea del 12,9%. Saluti da Grugliasco.
I dati Eurispes
la condizione economica delle famiglie è peggiorata nel 76,7% dei casi e quasi un cittadino su due (il 47,2%) ha difficoltà ad arrivare a fine mese tanto da dover attingere ai propri risparmi per far quadrare i conti. Il 55,7% del campione non crede nella ripresa, il 33,9% pensa che la situazione resterà stabile e appena il 4,6% (poco più della metà dell’anno scorso) è ottimista.
il 73,1% di chi ha contratto un mutuo di acquisto ha difficoltà a pagare le rate, e il 69,6% di chi è in affitto non riesce a saldare regolarmente il canone. Un preoccupante 40,9% non ce la fa nemmeno a sostenere il costo delle spese mediche: inevitabile che uno su tre (il 33,3%) negli ultimi tre anni abbia chiesto un prestito bancario. Cresce, in compenso, il partito dei nostalgici della lira: il 40,1% dei residenti pensa che dovremmo uscire dall’euro (un anno fa era il 25,7%).
Con la crisi si rinuncia anche a far spazio in casa per un animale. Calano, infatti, al 33% – secondo il Rapporto – gli italiani che hanno fatto posto a uno o più animali domestici rispetto al 41,7% del 2012 e al 39,4% del 2014. Insomma, non si rimpiazzano animali che muoiono e se ne adottano meno.
Il ‘Grande Fardello’, un mix oppressivo di fisco e burocrazia, è il vero gancio che trattiene l’Italia: il 39,5% dei residenti considera una sfortuna viverci e aumentano (fino al 45,4%) anche i connazionali che vorrebbero trasferirsi all’estero. La ricerca di maggiori opportunità di lavoro (32,1%) è la motivazione più sentita per cui si è disposti a cambiare vita e Paese, seguita dalla speranza di maggiori opportunità per i figli (12,2%) e dalla ricerca di più garanzie sul futuro. Sul fronte degli “abbandoni” scolastici l’Italia ha ancora molta strada da fare e si attesta su valori “non consoni a uno Stato avanzato”: 17% contro la media europea che si attesta a quota 11,9%.
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