La guerra in Ucraina

cronaca dalla Repubblica La diplomazia continua a tentare di sciogliere i nodi sempre più stretti di un conflitto che sta spezzando l’Ucraina e che ha causato la più grossa crisi diplomatica tra Washington e Mosca dalla fine della guerra fredda. Nel Paese non c’è più tempo da perdere, si continua a morire, nella zona est, solo nelle ultime 24 ore, sono state uccise 19 persone, i feriti affollano gli ospedali, il rischio di una strage umanitaria aggravata dalle temperature invernali è altissimo. In quasi dieci mesi di combattimenti la guerra ha provocato più di 5.300 vittime. Il segretario di […]
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cronaca dalla Repubblica

La diplomazia continua a tentare di sciogliere i nodi sempre più stretti di un conflitto che sta spezzando l’Ucraina e che ha causato la più grossa crisi diplomatica tra Washington e Mosca dalla fine della guerra fredda. Nel Paese non c’è più tempo da perdere, si continua a morire, nella zona est, solo nelle ultime 24 ore, sono state uccise 19 persone, i feriti affollano gli ospedali, il rischio di una strage umanitaria aggravata dalle temperature invernali è altissimo. In quasi dieci mesi di combattimenti la guerra ha provocato più di 5.300 vittime.

Il segretario di Stato americano, John Kerry è atterrato a Kiev con Francois Hollande e Angela Merkel, che domani incontreranno Vladimir Putin a Mosca. Deve parlare delle armi. Il presidente ucraino Petro Poroshenko è convinto che gli Usa le daranno al suo Paese. Kerry ha preso tempo: il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama deciderà presto se fornirle a Kiev per combattere contro i separatisti. “Sta studiando diverse soluzioni, tra le quali c’è la possibilità di fornire armamento difensivo e sistemi all’Ucraina”, ha spiegato Kerry in conferenza stampa. Obama prenderà una decisione “a breve”, dopo l’incontro in programma la prossima settimana a Washington con Angela Merkel.

Putin richiama i riservisti.
Nell’attesa, il consigliere diplomatico del Cremlino, Iuri Ushakov, ha detto che la Russia è pronta a tenere negoziati in modo costruttivo ma il leader del Cremlino ha già firmato un decreto che mobilita per due mesi i riservisti. Lo riferisce la Tass citando il portale giuridico-legale del governo. “Si tratta di una prassi ordinaria annuale”, sottolineano però gli esperti.

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John Kerry a Kiev.
Il cerchio diplomatico si stringe intorno alla Russia, Kerry incontrando Poroshenko ha offerto l’aiuto degli Stati Uniti: altri 16,4 milioni di dollari. La Russia però deve “impegnarsi immediatamente” per un cessate il fuoco. “L’aggressione russa” nella parte orientale dell’Ucraina “è la più grande minaccia” per Kiev, ha aggiunto Kerry. La visita di Merkel e Hollande sottolinea che gli Usa e gli alleati europei sono uniti con l’Ucraina nel chiedere a Mosca di fare passi senza indugio verso la fine del conflitto. Washington cerca una soluzione diplomatica ma non chiuderà gli occhi di fronte ai tank russi e ai combattenti che attraversano il confine ucraino, ha continuato Kerry dopo l’incontro con il presidente ucraino.

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Il ringraziamento di Poroshenko. E il presidente ha ringraziato per l’aiuto offerto da Washington a un Paese che lotta per la sua integrità territoriale. “Questo sostegno è molto importante”. Poroshenko ha dichiarato che le forze governative dispongono di “mezzi completamente nuovi” per difendere il territorio e ha assicurato che le truppe dispiegate nelle zone di conflitto nell’est rispettano, quando è possibile, il cessate il fuoco. “Dal 13 e 14 gennaio i gruppi filorussi hanno cambiato la tattica e hanno iniziato operazioni di offensiva in diverse zone delle regioni di Donetsk e Lugansk”, ha aggiunto. Il governo di Kiev sta “lavorando per una soluzione pacifica del conflitto” nel Donbass e “per la fine dell’aggressione”. “E’ una priorità dell’intero mondo civilizzato – ha aggiunto il capo di Stato -. Stiamo sviluppando la nostra cooperazione nel campo della sicurezza per trovare le soluzioni più efficaci a questa situazione”.

Incontro Putin-Merkel-Hollande.
Nel corso dell’incontro di domani tra Putin, Merkel e Hollande – che si terrà alle 17 ora di Mosca (le 15 in Italia) – potrebbe essere anche affrontata la questione dell’invio di caschi Blu Onu in Donbass. Lo ha anticipato il portavoce del ministero degli Esteri russo, Aleksandr Lukashevich. “Penso che anche questa questione sarà chiarita”, ha detto oggi alla stampa, rispondendo a una domanda sulla possibilità che nell’incontro trilaterale si affronti il tema dell’invio di forze di pace Onu nell’est ucraino. Ma Washington sta spingendo “volutamente” le relazioni tra Russia e Stati Uniti “verso un vicolo cieco, da cui servirà davvero molto tempo per uscire”, ha denunciato il portavoce del ministero degli Esteri russo, Aleksandr Lukashevich, che ha inviato l’amministrazione Obama “ad assumersi tutta la responsabilità” di tale scelta. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.


Nuova lista nera Ue.
L’Unione europea aggiungerà 19 persone e 9 entità alla sua lista nera per le sanzioni in risposta al conflitto nell’est dell’Ucraina, dove i separatisti filo-russi sono passati all’offensiva. Lo hanno riferito fonti conmunicarie che sottolineano che delle 19 persone, nessuna delle quali “di primo piano”, figurano cinque cittadini russi e una delle entità è russa. L’estensione della lista è stata concordata a Bruxelles dagli ambasciatori dei 28 Stati membri e dovrà essere approvata lunedì nella riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue.

La Nato si rafforza. A Bruxelles i ministri della Difesa della Nato si sono riuniti per decidere come rafforzare la propria presenza sul fianco orientale: l’alleanza ha deciso di creare una nuova forza speciale a dispiegamento rapido composta da 5mila uomini dislocati in sei centri di comando, in altrettanti Stati membri nell’est dell’Europa. I sei centri di comando dovrebbero essere ospitati nei tre Paesi baltici e in Polonia, Romania e Bulgaria. La Forza di risposta rapida (Nfr) aumenterà da 13mila a 30mila uomini a seguito delle tensioni con la Russia.

Ma la possibile e paventata fornitura della armi all’Ucraina da parte degli Usanon trova riscontri positivi. “Sono contraria”, ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a conclusione della ministeriale Nato, “in un momento in cui c’è un’escalation, sarebbe una misura che ulteriormente la rafforza, un incentivo all’aumento della temperatura che invece dobbiamo assolutamente raffreddare”.

Continuano i combattimenti. La crisi umanitaria è sempre più grave. Nell’est dell’Ucraina si continua a morire. La situazione è particolarmente tesa a Debaltseve, strategico nodo ferroviario che collega Lugansk e Donetsk, assediata da giorni dai ribelli separatisti: l’Ue e l’Onu hanno nuovamente fatto un appello al cessate il fuoco immediato per consentire ai civili di poter fuggire dall’area.

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