Redazione Operai Contro,
Expo 2015, nutrire il pianeta o nutrire gli imprenditori del PD ?
Farinetti Oscar imprenditore del PD è proprietario di oltre trenta punti vendita in quattro continenti e ha circa seimila dipendenti. I prodotti in vendita nei suoi negozi hanno prezzi alti ed esagerati, improponibili certamente per le famiglie degli operai, per i cassaintegrati, i disoccupati, per i pensionati e per tutti coloro che faticano a tirare la fine del mese. Per conoscenza il riso Carnaroli viene venduto a 11,50 euro al kg. contro i 2,80/2,90 euro circa al kg. da un discount; la pasta tipo gli spaghetti costano 4,50 al kg. contro 1,40/1,50 al kg. del prezzo di un discount; l’olio extravergine di oliva, 0,75 litri costa 17,90 euro invece in un discount anche 5/5,50 euro al litro; 1kg.di caffè miscela arabica 100% costa da Eataly 18,80 euro contro i 5/6 euro al kg. di un discount.
Sabato scorso al convegno che si è svolto a Milano in preparazione dell’Expo 2015, hanno partecipato il presidente del consiglio Renzi e tanti altri personaggi dell’imprenditoria italiana e internazionale, politici e rappresentanti delle istituzioni. Tema dell’evento “Expo delle idee” per un alimentazione sostenibile e per il diritto al cibo per tutti. Un programma di idee tutto inerente agli alimenti, ad una agricoltura sana e a una cultura del cibo senza sprechi, programma ideato a misura per gli addetti del settore dell’agroindustria, della ristorazione e dei più grandi e importanti marchi della produzione e distribuzione degli alimenti e delle bevande.
Mentre si stanno ultimando nei cantieri dell’Expo a Milano i lavori per la costruzione dei padiglioni e gli allestimenti degli stands espositivi con grande gioia dei padroni delle imprese edili che fanno profitti sfruttando giorno e notte senza tregua la manodopera degli operai con ritmi di lavoro assai pesanti e spesso pericolosi, ora con l’arrivo dell’esposizione universale sarà l’occasione per gli affaristi delle multinazionali del cibo.
E Matteo Renzi diventato famoso per essere il rottamatore dei vecchi uomini politici, nel suo discorso di sabato alla platea presente non ha disdegnato ancora una volta di continuare la sua politica antioperaia che lo distingue. Prima concedendo ai padroni delle grandi e medie industrie manifatturiere e dei servizi l’abrogazione dell’articolo 18 e non cancellando i contratti interinali, ora invece favorendo con l’Expo i padroni delle multinazionali alimentari (Barilla,Nestlè,Del Monte,Cirio,Ciquita,Monsanto ecc.) e della ristorazione italiana (Camst,Cremonini,Elior, ecc.) pronti a fare enormi guadagni con l’arrivo di milioni di visitatori da tutto il mondo.
Ai tavoli del lavoro dell’Hangar Bicocca di Milano, docenti e imprenditori di 140 nazioni che saranno presenti all’Expo, hanno discusso di alimentazione sana e sostenibile, di agricoltura del futuro che contribuirà a sconfiggere la fame e la malnutrizione, di equità di cibo per tutti compresi milioni di indigenti che si salverebbero e di abbondanza di alimenti che non devono essere sprecati. In realtà tutti questi temi trattati rimarranno parole al vento, al contrario di concreto l’Expo servirà a realizzare introiti economici per i produttori, per i commercianti e distributori dei prodotti alimentari e per i ristoratori che potranno propagandare i loro prodotti enogastronomici.
Da Eataly i cibi di qualità li possono acquistare solo chi ha tanti soldi, gente benestante e borghese, non sicuramente chi guadagna 5,6,7 euro all’ora come paga oraria. Non solo Farinetti è offensivo nei confronti di chi non può mangiare tutti i giorni perché non ha la possibilità di acquistare il cibo ma è anche uno sfruttatore dei suoi dipendenti, addetti alla vendita e commessi al banco pagati anche 800 euro alla settimana per 40 ore settimanali domeniche comprese e con ritmi di lavoro altamente stressanti.
Farinetti imprenditore di sinistra del PD e amico di Renzi si vanta di essere uno che crede nei giovani e che dà lavoro ai giovani, noi ci crediamo ma per il fatto che i giovani che lavorano alle sue dipendenze sono sottopagati e con contratti a tempo determinato.
Renzi e Farinetti hanno una cosa in comune, le politiche anti operaie.
Un operaio di Milano
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