Redazione,
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Da marzo 2015 contratto a tutele crescenti
Arriva il via libera definitivo al nuovo contratto a tutele crescenti, che scatterà dal primo marzo 2015. Chi assume con questo strumento, godrà di una cospicua decontribuzione a carico dello Stato.
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L’indennizzo economico in caso di licenziamento
Per le nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato si limita la possibilità del reintegro del lavoratore, prevedendo invece indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio. Il reintegro sarà possibile solo in caso di licenziamento discriminatorio o per licenziamento disciplinare per il quale venga provata l’insussistenza del fatto materiale contestato.
Addio ai contratti a progetto e ai co.co.co
Il governo elimina le collaborazioni a progetto con il divieto di nuovi contratti di questo tipo. Viene cancellato anche il contratto di associazione in partecipazione. In Italia ci sono 502 mila co.co.pro.: il loro reddito medio annuo è di 10.218 euro.
Da maggio arriva l’assegno di disoccupazione universale
Arrivano nuovi ammortizzatori sociali. Il primo è la «Dis-Coll», cioè l’indennità di disoccupazione per i collaboratori che hanno almeno 3 mesi di versamenti contributi e avrà una durata pari alla metà dei mesi di versamento e potrà arrivare ad un massimo di sei mesi. L’altra novità è la «Naspi», l’assegno di disoccupazione universale, che scatta da maggio e che, rispetto alla Aspi durerà più a lungo. Il sussidio sarà pari alla metà dei periodi contributivi degli ultimi 4 anni, in pratica potrà arrivare al massimo a 24 mesi.
Licenziamenti collettivi e demansionamento
Il governo conferma le nuove regole anche per i licenziamenti collettivi, nonostante il parere contrario delle commissioni parlamentari. Il ragionamento è che i licenziamenti collettivi sono per loro natura economici e quindi oggettivi. Il decreto prevede anche la possibilità di demansionare il lavoratore
Un lettore
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