Nuovi ammortizzatori sociali, nuova fregatura per gli operai  

Redazione Operai Contro, Sono Battista operaio di una fabbrica in provincia di Novara e Vi scrivo perchè riteniamo io e i miei colleghi molto negativo e devastante l’approvazione del nuovo decreto che riguarda tutti coloro che perderanno il posto di lavoro perché licenziati. Nel decreto dei nuovi ammortizzatori sociali viene introdotta la Naspi che sostituisce ASpI e mini ASpI. Nel decreto si dice che < Chi verrà licenziato a partire dal primo maggio 2015 e abbia almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi quattro anni e almeno 18 giornate effettive di lavoro negli ultimi 12 mesi gli verrà riconosciuta un’indennità basata sulla retribuzione, non potrà superare […]
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Redazione Operai Contro,

Sono Battista operaio di una fabbrica in provincia di Novara e Vi scrivo perchè riteniamo io e i miei colleghi molto negativo e devastante l’approvazione del nuovo decreto che riguarda tutti coloro che perderanno il posto di lavoro perché licenziati. Nel decreto dei nuovi ammortizzatori sociali viene introdotta la Naspi che sostituisce ASpI e mini ASpI. Nel decreto si dice che < Chi verrà licenziato a partire dal primo maggio 2015 e abbia almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi quattro anni e almeno 18 giornate effettive di lavoro negli ultimi 12 mesi gli verrà riconosciuta un’indennità basata sulla retribuzione, non potrà superare i 1300 euro al mese, in seguito si ridurrà del 3% dopo i primi quattro mesi. Durerà 24 mesi (che scenderanno a 18 mesi dal 2017) >.

Significa che si riducono di molto i tempi degli ammortizzatori sociali a disposizione per poter trovare una soluzione al rischio di rimanere senza indennità cioè senza i soldi per vivere. Finora quando un’azienda per qualsiasi motivo cominciava con un periodo di crisi, il lavoratore veniva messo in cassa integrazione ordinaria per 13 settimane alla volta e poteva essere prorogata per più volte anche di seguito in un anno finché il periodo di crisi lo richiedeva. Dal periodo di cassa integrazione ordinaria si passava al periodo di cassa integrazione straordinaria se la crisi perdurava nel tempo, con la possibilità anche in taluni casi di continuare con la cassa in deroga. Questi lunghi periodi con gli ammortizzatori sociali davano il sostentamento per vivere agli operai e alle loro famiglie, nella speranza come a volte è successo, che l’azienda si riprendesse con l’attività lavorativa. Spesso si è usufruito dei contratti di solidarietà per evitare licenziamenti e quando il padrone licenzia i lavoratori finiscono in mobilità per 1, 2, 3 anni in base all’età anagrafica e con l’indennità corrisposta dall’Inps. Tenendo ben presente che fino a che si sta in cassa integrazione o in contratto di solidarietà si è ancora dipendenti, invece ora l’ammortizzatore sociale parte dal momento in cui si viene licenziati ovvero si passa immediatamente a carico dell’Inps con lo stato di disoccupazione ( NaspI) per un tempo massimo di due anni. Una volta che questa si esaurirà,solo i lavoratori che permarranno nella condizione di disoccupazione con un Isee basso potranno fruire dell’assegno di disoccupazione (AsdI) per un massimo di 6 mesi.

In conclusione mi pare che la nuova riforma del lavoro nel suo complesso di normative e leggi siano una grossa fregatura per noi operai, poiché possiamo venire licenziati da un giorno all’altro dal padrone, non si riesce più ad essere reintegrati in fabbrica e si finisce subito a carico dell’Inps con una bassa indennità di disoccupazione, esattamente l’obbiettivo prefissato dai padroni.

Renzi e il suo governo hanno proprio fatto un ottimo lavoro per gli imprenditori, per uscire dalla crisi ci potranno sfruttare sempre di più. Ma noi operai che aspettiamo a ribellarci, a scioperare ed a occupare le fabbriche ? Aspettiamo la Camusso e Landini che ci organizzano le solite manifestazioni ?

Battista Locatelli operaio di una fabbrica di Novara

 

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