Redazione di Operai Contro,
Scalfari dalle pagine di Repubblica inneggia a Draghi.
“Su Mario Draghi esistono giudizi complessivamente positivi che però differiscono sui tratti caratteriali che lo distinguono. Alcuni lo vedono come un “homo oeconomicus”, altri come economista, certo, ma anche politico, anzi soprattutto politico perché mette l’economia al servizio del bene comune. Credo che questo secondo giudizio sia quello giusto. “Draghi è, secondo me, il tipico esempio di chi mette gli strumenti dell’economia che la Bce possiede, al servizio della politica e usa il mercato non solo come stimolo alla crescita ma come sviluppo delle istituzioni europee verso l’obiettivo d’uno Stato federale.”
Scalfari ha ragione: Draghi mette i soldi della BCE al servizio della politica.
Scalfari ha dimenticato di aggiungere che Draghi i soldi li mette al servizio della politica dei padroni.
Scalfari afferma:” Da domani avrà inizio l’intervento della Bce e delle Banche centrali nazionali sul mercato dei titoli pubblici. L’operazione è attesa già da due mesi. È stata deliberata definitivamente un mese fa e domani comincia. Gli effetti sul mercato sono stati registrati da tempo ma giovedì e venerdì scorsi hanno compiuto ancora un balzo: il prezzo dei titoli è aumentato al massimo facendo diminuire lo spread rispetto ai Bund tedeschi a 100 punti-base e praticamente allineando il tasso di cambio tra l’euro e il dollaro alla parità con vantaggi evidenti sulle esportazioni.Bisogna sottolineare ancora un aspetto di questa operazione: il grosso degli acquisti sarà compiuto dalle Banche centrali nazionali (l’80 per cento del totale) e il 20 direttamente dalla Bce. Le conseguenze politiche che quel 20 eserciterà sono la proprietà europea di quei titoli perché stanno nel portafoglio della Bce, istituzione europea per eccellenza del cui capitale sono azionisti tutti gli Stati membri dell’Unione.
Scalfari fa parte di quella schiera di illusi servi dei padroni, che pensano che dando soldi ai padroni il capitalismo uscirà dalla crisi.
Scalfari da un consiglio a Renzi
“Certamente Renzi vuole raggiungere l’obiettivo della crescita sociale oltre quella economica che Draghi sta realizzando. Ma con le rappresentanze sindacali deve parlare. Finora ha detto che le ascolterà ma comunque andrà avanti di testa propria e questo è un errore.
Non dico che sia un errore tecnico ma politico. Avere i sindacati sul piede di guerra significa alienarsi almeno dodici milioni di cittadini elettori, se non di più, specie in una fase di forti sacrifici. Si sente parlare come notevoli risultati dell’assunzione di mille operai in un’azienda che sembrava decotta e infine si è ripresa per un accordo incentivato dal ministro del Lavoro e di altri cinquemila nell’industria siderurgica. Quando la disoccupazione è alle cifre in cui è, questi sono risultati equivalenti ad una cucchiaiata presa dall’acqua di mare con l’obiettivo di fare diminuire l’altezza degli oceani. Ci vuole ben altro, ci vogliono leggi sul lavoro che creino nuova occupazione e che evitino di stimolare le assunzioni concedendo la libertà di licenziamento. Bisogna abolire totalmente il cuneo fiscale e predisporre un salario minimo garantito per tutte le persone in età di lavoro ma disoccupate.”
Ancora una volta Scalfari si sbaglia. I sindacati da anni agiscono per portare gli operai allo sbando.
Il vero pericolo per Draghi, Renzi, I sindalisti, i padroni sono gli operai.
La crisi li costringerà a scendere in guerra contro il padrone
Un operaio di Torino
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