Caro Direttore,
nel bresciano un’altra fabbrica la Bovini Costruzioni Meccaniche ha annunciato la chiusura con 61 licenziamenti. Prima è toccato alla Semeraro con 41 licenziamenti. Renzi ha rotto i coglioni con le “ tutele crescenti “ .
I disoccupati nel bresciano sono 36 mila in più del 2013. Lo rileva il Centro per l’Impiego della Provincia di Brescia. Solo negli ultimi dodici mesi il numero è salito da 126.896 a 142.337 unità, con un picco decisivo rilevato nel secondo semestre 2014.
Il dato è calcolato tenendo conto delle persone in cerca di impiego e includendo gli occupati precari, con un salario netto inferiore agli 8000 euro annui (4.800 euro lordi per gli autonomi).
In questo modo si raggiunge una percentuale pari a circa il 24% della forza lavoro bresciana potenziale: 13,2% disoccupazione Istat, più 10,8% sottoccupati rilevati dal Centro per l’Impiego. Allego la notizia della Bonvini da “Bresciatoday”.
Saluti da Ghedi
Brescia: dopo 50 anni chiude la Bonvini, 65 operai a casa
La Fiom di Brescia annuncia battaglia alla notizia della chiusura della Bonvini Costruzioni Meccaniche di Via Perotti, fabbrica aperta da più di 50 anni. Sono 65 gli operai che presto rimarranno senza lavoro. La Bonvini di Brescia chiude i battenti dopo circa 50 anni di attività. La direzione della storica fabbrica di Via Perotti, specializzata nelle lavorazioni meccaniche per il settore agricolo e industriale – automotive compreso – ha annunciato l’avvio della procedura di cessazione dell’attività. Non sarà un fallimento ma una ‘semplice’ chiusura. Figlia di un decennio di commesse al ribasso, di introiti in calo. E con la chiusura della fabbrica rischiano di rimanere a casa ben 65 operai: erano più di un centinaio gli occupati fino al 2008, poi la prima messa in mobilità, il gioco degli ammortizzatori sociali. Destino amaro intanto per i lavoratori, mentre la Fiom di Brescia annuncia battaglia. Una prima assemblea straordinaria ha infatti decretato un’ora di sciopero, poi ripetuta nella giornata di martedì. “Respingiamo al mittente la volontà di chiudere la fabbrica”, ripetono dal sindacato. Saranno settimane di fuoco: la mobilitazione è appena cominciata. L’ennesima e ‘nostrana’ lotta di difesa, nei tempi durissimi della ristrutturazione all’europea.
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