Egregio Direttore,
non c’è lavoro e continuano ad allontanare l’età della pensione. Boeri il presidente dell’Inps dice che si sono allungate le aspettative di vita. E poi i soldi ce li hanno i padroni, i ricchi e le banche, se li sono guadagnati rubandoli legalmente dal lavoro non pagato agli operai. Boeri canta in coro: ieri con la Fornero oggi con Renzi. Questo sistema fa acqua da tutte le parti. Segue solo la logica di annientare chi non serve più al loro arricchimento. Dal 2016 per andare in pensione, bisognerà aspettare da un minimo di 4 mesi in più per gli uomini, ad un massimo di 2 anni e 10 mesi in più per le dipendenti donne nel 2018. Per consolarci Renzi e Boeri ripetono che nel 2050 si andrà in pensione a 70 anni, quindi di che ci lamentiamo? Con le nuove pensioni (chi ci arriverà) invece della liquidazione riceverà direttamente una bara.
Saluti da un affezionato lettore
NOTA INPS. Per la pensione di vecchiaia, dal prossimo anno ai lavoratori maschi sia del pubblico sia del privato e agli autonomi serviranno 66 anni e sette mesi (con almeno 20 anni di contributi) e non più 66 anni e tre mesi. Stesso discorso vale per le lavoratrici dipendenti del pubblico impiego. Per le lavoratrici del settore privato, invece, l’incremento sarà maggiore: nel 2016 andranno in pensione di vecchiaia a 65 anni e sette mesi (66 anni e sette mesi nel 2018) dagli attuali 63 anni e nove mesi. Le lavoratrici autonome passeranno da 64 anni e nove mesi a 66 anni e un mese dal primo gennaio 2016 (66 anni e sette mesi nel 2018).
Per la pensione anticipata (chi lascia il lavoro in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia) dal 2016 il requisito salirà a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e a 41 anni e dieci mesi per le donne. Attualmente agli uomini servono almeno 42 anni e sei mesi di contributi mentre alle donne bastano 41 anni e sei mesi.
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