COLOMBIA: ABUSI E STUPRI SU MINORI DI SOLDATI E MERCENARI USA

Redazione, leggendo l’articolo che segue, di cui fornisco traduzione, non posso fare a meno di pensare alle dichiarazioni di Bush riguardo alle torture dell’esercito statunitense in Iraq: Bush parlava di “mele marce”. Forse gli Stati Uniti sono un frutteto marcio da 9.375.775 chilometri quadrati. Saluti da Bologna. **************************** Soldati statunitensi e mercenari sono responsabili di abusi e stupri nei confronti di minori colombiani, ma non affronteranno alcuna ripercussione legale grazie ai trattati tra Washington e Bogotà che garantisco loro totale impunità. Prove di tali crimini sono giunte a seguito dei colloqui di pace in corso tra il governo colombiano […]
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Redazione,

leggendo l’articolo che segue, di cui fornisco traduzione, non posso
fare a meno di pensare alle dichiarazioni di Bush riguardo alle torture
dell’esercito statunitense in Iraq: Bush parlava di “mele marce”.

Forse gli Stati Uniti sono un frutteto marcio da 9.375.775 chilometri
quadrati.

Saluti da Bologna.

****************************

Soldati statunitensi e mercenari sono responsabili di abusi e stupri nei
confronti di minori colombiani, ma non affronteranno alcuna
ripercussione legale grazie ai trattati tra Washington e Bogotà che
garantisco loro totale impunità.

Prove di tali crimini sono giunte a seguito dei colloqui di pace in
corso tra il governo colombiano e le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie
Colombiane) in corso a L’Avana, Cuba.

Lo scorso mese, la Commissione Storica sul conflitto armato e le sue
vittime, composta da membri del governo colombiano ed esponenti delle
FARC, ha prsentato un documento di 800 pagine documentando gli anni
della guerra civile che hanno causato morti, feriti, sfollati ed abusi
sessuali.

Il capitolo preparato da Renan Vega Cantor, docente di storia presso la
National Pedagogical University of Bogota, parla del ruolo avuto
dall’esercito statunitense. Il Pentagono mandò consigliere militari e
mercenari nel Paese nell’ambito dell’operazione “Plan Colombia” che è
costato 6 miliardi di dollari statunitensi, principalmente in spese
belliche legate al contrasto al mercato della droga ed alla guerriglia
marxista-leninista.
Il documento cita 54 casi di stupro ed abusi sessuali su minori, molti
dei quali con età inferiore a 12 anni.

“In uno dei casi migliori, a Melgar e Giradot (città a sud-ovest della
capitale Bogotà, ove sorge la principale base aerea che ospita truppe
USA) 53 minori hanno subìto abusi sessuali da mercenari, che hanno
filmato tutto e venduto i nastri al mercato pornografico” si legge sul
documento. Le giovani donne sono state in seguito minacciate di morte e
costrette insieme alle famiglie a lasciare la zona.

Un altro caso incluso nel report riguarda una dodicenne che nell’agosto
2007 è stato drogato, rapito e stuprato da un sergente dell’esercito USA
ed un mercenario a Melgar. I due hanno adescato la ragazzina in un
ristorante, l’hanno drogata e portata presso la base aerea militare di
Tolemaida, dove è stata stuprata. La mattina successiva ha subìto
nuovamente violenze sessuali ed in seguito abbandonata in un parco
cittadino.

La madre della giovane, Olga Castillo Campos, ha scoperto l’identità dei
due, il sergente Michael J.Coen ed il mercenario Cesar Ruiz,
affrontandoli: hanno definito sua figlia una “prostituta” ed hanno
aggiunto: “sì, l’abbiamo stuprata, quindi? Siamo in Colombia, la legge
non ci può fare niente”.

“Mi hanno riso in faccia, dicendo che hanno l’immunità” ha raccontato la
donna in un’intervista “Non so neanche cosa voglia dire”.

La Colombia, come altri più di cento Paesi, ha firmato accordi
bilaterali per l’immunità, una condizione imposta da Washington in
cambio degli aiuti. Il testo vieta alla legge colombiana di perseguire
reati commessi da militari e mercenari statunitensi nel Paese
sudamericano. L’agibilità giuridica USA richiede l’intervento delle alte
sfere della magistratura americana, eufemisticamente improbabile. Il
risultato è un’effettiva arbitrarietà d’azione per il personale a stelle
e strisce.

Olga Castillo Campos ha cercato giustizia per sua figlia, appellandosi
prima all’Aeronatuica Militare colombiana, poi al procuratore federale
ed in seguito alla Corte Suprema: respinta da tutti, come risultato dei
suoi sforzi ha ricevuto insieme alla vittima minacce di morte ed è stata
pedinata da personale apparentemente dell’esercito colombiano,
costringendole a cambiare ripetutamente città.

Coen è stato rispedito a casa dalla Colombia, mentre Ruiz è rimasto.
Nessuno è stato indagato per lo stupro nè ha mai speso un solo giorno di
galera, sia in Colombia che negli Stati Uniti.

I 54 casi citati dalla commissione, riconosciuti dal governo colombiano,
il più fidato alleato degli USA in Sudamerica, rappresentano solo la
punta dell’iceberg.

Il sito web El Turbion, gestito dal Movimento per la Difesa dei Diritti
del Popolo (MODEP) cita altri 23 casi di abusi sessuali da parte di
soldati statunitensi solo nel 2006, ed altri 14 nel 2007. Dato il
rifiuto del governo di Bogotà di intervenire, e le pesanti pressioni e
minacce contro chiunque denunciasse tali crimini, il numero effettivo di
stupri su minori da parte di truppe USA è quantificabile in centinaia,
se non migliaia.

Questi crimini non sono casi isolati. Stando al rapporto Oxfam del 2013,
circa 50.000 minori hanno subìto violenze sessuali durante la guerra
civile. Un altro report indica che il 98% di tali atti è rimasto impunito.

L’Ufficio dell’Alto Rappresentante per i Diritti Umani ha analizzato la
situazione in Colombia. Mentre esprime speranza che il dialogo di pace
porti alla stabilità, aggiunge che “persiste impunità verso i crimini
più beceri verso i diritti umani, particolarmente nei posti di comando”
dell’esercito.

La deputata della Commissione delle Nazioni Unite, Flavia Pansieri, ha
inoltre denunciato che “gli sforzi del governo colombiano di espandere
per questi casi (violazione dei diritti umani) la giurisdizione militare
sono contrari agli obblighi internazionali”.

È inoltre degno di nota il fatto che il rapporto sia stato ampiamente
diffuso e raccontato nel Paese, ma oggettivamente censurato dai media
statunitensi.

Bill Van Auken, 28 marzo 2015

http://www.wsws.org/en/articles/2015/03/28/colo-m28.html

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