Redazione di operai Contro,
ho trovato questo servizio fotografico sugli operai egiziani che lavorano nelle cave
un operaio
Ali Eddin racconta che per gli operai i pericoli cominciano ancor prima che si presentino sul posto di lavoro: per arrivare alle cave viaggiano in 10 o anche 20 alla volta (nella foto) su camion inadatti al trasporto passeggeri, che percorrono strade tutte curve, spesso ad altissima velocità. Le macchine per il taglio della pietra e i cavi elettrici ad alto voltaggio sono le altre principali cause di incidenti.
Ma quando è tornato, nel 2014, Ali Eddin ha sentito toni diversi. “Me l’hanno detto chiaramente, specialmente i giovani: gli incidenti, le morti, non sono la volontà di Dio. Dicevano che i loro colleghi erano morti perché i macchinari non sono sicuri, ma che i proprietari non vogliono spendere per migliorarli”.
Nei ricordi di Ali Eddin spicca un uomo di nome Mary Mina. “Fin dall’inizio mi ha aiutato a conoscere gli altri operai, a parlare con loro, a visitare le cave. Era un membro del sindacato dei lavoratori delle cave, il primo sindacato indipendente fondato in Egitto dopo la rivoluzione del 2011”.
Nel 2014 Mina e altri due operai sono rimasti uccisi in un incidente mentre andavano al lavoro. è morto assieme ad altri due operai in un incidente d’auto mentre andava al lavoro. I
Nella foto: quando il vento si placa e la polvere si solleva, il rischio di incidenti aumenta.
Operai che caricano blocchi di pietra su un camion alle dieci di sera, alla sola luce dei fari e di torce. Almeno un lavoratore, raccontano, è morto investito da un camion mentre stava lavorando in una situazione simile. Ma, spiega il fotografo Ali Eddin, poiché molti operai non sono regolarmente assunti, ottenere un risarcimento in caso di incidente è molto difficile, e sostanzialmente dipende dalla disponibilità del proprietario della cava. Se costui ad esempio abita nella stessa città del lavoratore morto o ferito, ad esempio, sarà più propenso a concedere il risarcimento. Le denunce alle autorità, invece, vanno quasi sempre a vuoto, anche dopo anni.
Alla fine di una lunga giornata di lavoro nella cava, due operai si portano sulle spalle le grosse lame delle macchine tagliatrici. Sono gli strumenti di lavoro più pericolosi e andrebbero controllate ogni mezz’ora per verificarne la sicurezza. Gli operai le chiamano “le tristi mietitrici”.
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