Primo maggio, festa del lavoro?

Redazione di Operai Contro, si deve alla Seconda Internazionale la ricorrenza del primo maggio. Venne proclamata come giornata internazionale dei lavoratori con l’intento di rivendicare la giornata lavorativa di otto ore. Venne scelta quella data in memoria dei gravi incidenti avvenuti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago. In quell’occasione la polizia sparò sui manifestanti uccidendo numerosi operai. In Italia, in quella data, il governo Crispi cercò di vietare le manifestazioni, Mussolini invece cancellò completamente la giornata del 1 maggio. Dopo la seconda guerra mondiale la strage di Portella della Ginestra ne segna un’altra pagina nera. Da […]
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Redazione di Operai Contro,

si deve alla Seconda Internazionale la ricorrenza del primo maggio. Venne proclamata come giornata internazionale dei lavoratori con l’intento di rivendicare la giornata lavorativa di otto ore. Venne scelta quella data in memoria dei gravi incidenti avvenuti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago. In quell’occasione la polizia sparò sui manifestanti uccidendo numerosi operai.

In Italia, in quella data, il governo Crispi cercò di vietare le manifestazioni, Mussolini invece cancellò completamente la giornata del 1 maggio.
Dopo la seconda guerra mondiale la strage di Portella della Ginestra ne segna un’altra pagina nera.
Da questo momento, il sindacato cerca di snaturarne il significato. Da “manifestazione” diventa “festa”, da “lavoratori” diventa “lavoro.
Oggi viene chiamata per lo più “festa del lavoro”
Sulla pagina della CGIL del Lazio viene riportata la seguente definizione:

 

Le trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini ed anche il fatto che al movimento dei lavoratori si offrono altre occasioni per far sentire la propria presenza, hanno portato al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione del 1 maggio.
Oggi un’unica grande manifestazione unitaria esaurisce il momento politico, mentre il concerto rock che da qualche anno Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani sembra aderire perfettamente allo spirito del 1 maggio, come lo aveva colto nel lontano 1903 Ettore Ciccotti:

“Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l’interruzione volontaria del lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa de’sensi; e un’accolta di gente, chiamata ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell’avvenire, naturalmente è portata a quell’esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire, che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa”.
Inutile dire che Ciccotti aderì poi al fascismo.
Gli operai non hanno un cazzo da festeggiare.
Solo chi non lavora può pensare di festeggiare il “lavoro”.
Gli operai dovrebbero scendere in piazza il 1 maggio e gridare alle altre classi sociali che hanno finito di mantenere tutti.

SD

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