Caro Operai Contro,
è partita la campagna contro i giovani che rifiutano il lavoro.
Chissà perché non fa notizia che parassiti di ogni genere e risma, campino agiatamente senza fare un cazzo, con ben oltre 1.300 euro netti al mese. Ma evidentemente ciò è normale, perché questi non hanno bisogno di lavorare! Ci pensano gli operai a lavorare per loro, poi le regole della società democratica fanno in modo che la ricchezza prodotta dagli operai si trasferisca agli strati agiati.
Il Corriere della Sera, scrive udite udite, “tra le ipotesi del rifiuto: la precarietà”. Evidentemente per i nostri moralizzatori, la precarietà è una bazecola! Perché non andate voi a lavorare a turni, sei mesi di fila compresi sabati e domeniche? Tanti giovani hanno accettato, ma vi sorprendete che ve ne siano altri che hanno rifiutato un lavoro per sei mesi in condizioni di schiavitù? Speravate di trovarli tutti ricattabili alle vostre condizioni? Non vi son bastate le magnate dei soldi rubati con l’Expo?
Saluti da un lettore. Allego l’articolo del Fatto Quotidiano
Expo 2015, 645 giovani rifiutano contratto di lavoro a 1300 euro netti al mese
Secondo i dati riportati dal Corriere della Sera, 8 under 29 su 10 contattati dalla società Manpower hanno deciso di fare un passo indietro all’ultimo minuto. Tra le ipotesi del rifiuto: la precarietà (la manifestazione dura solo 6 mesi) e i turni di lavoro anche sabato e domenica
Ci hanno ripensato: 645 degli under 29 a cui era stato offerto un contratto d’apprendistato per lavorare a Expo 2015 allo stipendio di oltre 1300 euro netti al mese hanno deciso di non accettare. Come riporta il Corriere della Sera, la società Manpower incaricata della selezione ha dovuto fare ricorso al secondo e al terzo gruppo selezionato (in totale 27mila le domande arrivate). A influenzare la decisione di fare un passo indietro all’ultimo minuto potrebbero essere stati vari fattori, tra cui la precarietà del contratto legato solo alla durata della manifestazione (6 mesi) e i turni che prevedono anche i sabati e le domeniche di lavoro. In pratica l’80 per cento di chi aveva accettato il lavoro in un primo momento, ha deciso di abbandonarlo e si è tirato indietro.
Difficile quindi trovare giovani disposti a far parte del gruppo che si occuperà delle 84 aree in cui è stata divisa l’area dell’esposizione. Ma non solo. Come segnalato già negli scorsi mesi dall’agenzia interinale E-Work che ha avuto grosse difficoltà ad assumere facchini, cuochi e camerieri e che, come scrive il Corriere, per 2500 contratti ne hanno dovuti valutare centinaia di più.
Intanto il commissario Giuseppe Sala ha detto che a poco meno di un mese dall’inaugurazione sono stati finiti 30 padiglioni su 54: “Il padiglione Italia”, ha detto al GR3 di Radio Rai, “non solo non è finito, ma anzi, è tra quelli più indietro: finora sono stati finiti 30 padiglioni su 54. Ma alla fine sono convinto che sarà tutto pronto. Ci confrontiamo con una difficoltà nel gestire i lavori pubblici in Italia che deriva veramente da un eccesso di regole di burocrazia. Non è che l’eccesso di regole poi vieta che succedano fatti illeciti. Per cui io penso che vada molto ripensato il sistema con cui si gestiscono i lavori pubblici in Italia”. Sala ha anche precisato che prima della apertura sarà raggiunta la quota di 10 milioni di biglietti venduti. “Puntiamo a venderne 24 milioni, cioè 20 milioni di visitatori e 24 milioni di biglietti perché ci saranno visite ripetute. Conto di annunciare di averne venduti 10 milioni prima dell’apertura. Stiamo preparando un Expo sicuro e che sia veramente a misura di famiglia”.
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