Redazione Operai Contro, Pochi giorni fa, il presidente della Camera Laura Boldrini nell'ambito delle celebrazioni del 25 aprile ha invitato nell'aula di Montecitorio una delegazione di vecchi partigiani dell' Anpi e di altre sigle reducistiche. Ai giornalisti e a tutti i presenti, la Boldrini ha tenuto a precisare che è la prima volta dopo 70 anni dalla Liberazione, che i partigiani entrano in Parlamento, affermando così gli alti valori della Resistenza antifascista e antinazista. L'iniziativa della Boldrini è invece da considerare come un gesto di facciata per sostenere che in Italia dalla liberazione del nazifascismo si è ottenuto ed esiste ancora oggi la democrazia, come lei stessa ha dichiarato: "I partigiani non sono ospiti ma padroni di casa, molti giovani devono a questi nostri padri e a queste nostre madri la democrazia di oggi". A quale sistema di democrazia intende fare riferimento la Boldrini, quella delle classi borghesi e dei padroni o dei capitalisti che sfruttano gli operai per fare profitti e quindi arricchirsi ? La democrazia in Italia per la classe degli operai non c'è mai stata né prima con l'avvento del fascismo e né successivamente alla liberazione dall'occupazione tedesca, gli operai e il popolo hanno sempre dovuto subire la miseria e la povertà. E ancora oggi, nonostante siano trascorsi 70 anni le condizioni sociali in cui ci troviamo sono molto simili a quelle di allora, con circa 7 milioni di disoccupati, più di 3 milioni di lavoratori precari, circa 600 mila cassaintegrati, 6,8 milioni di anziani con pensioni sotto i mille euro al mese di cui oltre 2 milioni con la pensione sociale di 500 euro al mese che non gli permette di vivere se non con con aiuti vari. I partigiani, la maggior parte erano operai, si erano battuti contro il regime fascista di Mussolini, vennero torturati e uccisi, deportati nei campi di concentramento perché si erano ribellati proprio contro le angherie e le ingiustizie che subivano dentro e fuori le fabbriche. Gli ideali dei partigiani nella Resistenza erano cacciare l'invasore nazista e combattere il governo fascista che li reprimeva in fabbrica, li sfruttava riducendo i salari mentre aumentavano i ritmi di lavoro. Oggi gli operai si trovano a combattere i poteri dei padroni che diminuiscono i salari come allora, rendono le condizioni lavorative insostenibili per l'aumento dei ritmi di lavoro e con l'intervento del Jobs Act di Renzi possono essere licenziati quando il padrone lo desidera. Oggi gli operai si ribellano e resistono quando i padroni vogliono chiudere le fabbriche perché non fanno più profitti. Ogni anno più di mille operai muoiono nei luoghi di lavoro per la mancanza di sicurezza e migliaia rimangono invalidi. Per non parlare delle stragi di centinaia e centinaia di operai morti a causa del contatto o dell'esposizione a sostanze tossiche/nocive come l'amianto o acidi di vario tipo. Renzi capo del governo non vuole trattare con i sindacati e non li vuole in fabbrica come Mussolini all'epoca. Dopo 70 anni ci sono ancora tante analogie negative per la vita degli operai, sottomessi e ricattati dai padroni e dai borghesi del governo, altro che democrazia conquistata e mantenuta in tutti questi anni, gli operai sono ancora in lotta per liberarsi dalla schiavitu del lavoro salariato. Oggi 25 aprile dobbiamo ricordare la lotta degli operai che nelle fabbriche di allora scioperarono e insorsero contro il nemico invasore, si ribellarono pagando con la propria vita e deportati nei campi di sterminio ma ai comizi commemorativi non crediamo e contestiamo chi dice che i partigiani sono morti per la democrazia. Giovanni operaio di Bergamo
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