NEPAL PIU’ DI TREMILA MORTI

ANSA Continua a salire drammaticamente, ora dopo ora, il bilancio delle vittime del terremoto che ha devastato il Nepal ieri. Il numero di vittime del terremoto in Nepal è salito a 3.218, con almeno 5.638 feriti. L’aeroporto internazionale Tribhuvan di Kathmandu e’ nuovamente aperto ai voli internazionali che trasportano aiuti ed a quelli commerciali. Quattro speleologi italiani del Soccorso alpino, in spedizione nel villaggio di Langtang, travolto da un’enorme valanga, non danno notizie di sé da ieri sera. Lo apprende l’ANSA dal fratello di uno di loro, Giuseppe Antonini, di Ancona. Roberto Antonini ha parlato con il fratello mezz’ora prima del […]
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ANSA

Continua a salire drammaticamente, ora dopo ora, il bilancio delle vittime del terremoto che ha devastato il Nepal ieri. Il numero di vittime del terremoto in Nepal è salito a 3.218, con almeno 5.638 feriti. L’aeroporto internazionale Tribhuvan di Kathmandu e’ nuovamente aperto ai voli internazionali che trasportano aiuti ed a quelli commerciali.

Quattro speleologi italiani del Soccorso alpino, in spedizione nel villaggio di Langtang, travolto da un’enorme valanga, non danno notizie di sé da ieri sera. Lo apprende l’ANSA dal fratello di uno di loro, Giuseppe Antonini, di Ancona. Roberto Antonini ha parlato con il fratello mezz’ora prima del sisma, poi non ha più saputo nulla. E sono stati rintracciati due ragazzi fiorentini, Daniel e Elia Lituani, 25 e 22 anni, nel Paese da due settimane. “Ha telefonato la ragazza di mio figlio – ha detto Marco Lituani, il padre – e stanno tutti bene”.

Di fronte all’immane tragedia causata dalle fortissime scosse di terremoto che da ieri scuotono il Nepal, il governo ha dichiarato lostato di calamità nazionale, aggravando quindi l’emergenza che era stata decretata ieri.

L’aspetto di Kathmandu e delle altre città storiche nepalesi investite dall’ondata sismica è surreale: cumuli di macerie, gente accampata dappertutto, assenza visibile di aiuti, niente recinzioni delle zone disastrate, mancanza di elettricità, acqua e gas. Alla prima forte scossa di ieri verso mezzogiorno – di magnitudo 7.9 – ne sono seguite almeno altre 30 nelle successive 24 ore.

La più forte oggi, alle 12.54 locali, ha nuovamente terrorizzato la popolazione che si è riversata in strada. In un messaggio, l’inviata dell’ANSA ha descritto la situazione: “Una scossa fortissima. Siamo scappati tutti fuori dall’hotel Annapurna. La gente gridava e il pavimento dondolava come se si fosse sull’acqua”. L’aeroporto di Kathmandu, l’unico scalo internazionale nepalese, è stato chiuso all’improvviso alle 12 locali, dopo una forte scossa, secondo le autorità “solo per 4 ore”. Ma questo ha comunque costretto almeno tre aerei indiani che erano in volo per il Nepal a fare marcia indietro.

Infine c’è da segnalare che l’Unità di crisi della Farnesina ha continuato le verifiche sulla presenza dei connazionali in Nepal. Finora sono stati rintracciati oltre 300 italiani, che risultano incolumi, come due amici alpinisti di Fano, Pietro Marcucci e Luca Cantiani, che si trovano in questo momento ai piedi dell’Everest. Ansia invece per due fratelli fiorentini, Daniel e Elia Lituani, di 25 e 22 anni: è stata la madre a lanciare l’allarme all’ANSA, affermando di non riuscire a contattare i figli dopo il devastante terremoto di ieri. I due sono nel Paese da due settimane. L’ultimo contatto con i genitori risale a pochi giorni fa, con una mail inviata da Pokhara.
Sembra non finire più l’incubo del Nepal, colpito da una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 6.7 alle 9.09 ora italiana. L’epicentro e’ stato localizzato a 17 Km a sud di Kodar. Il sisma e’ stato avvertito in tutta l’India settentrionale. “Siamo scappati tutti fuori dall’hotel Annapurna. La gente gridava e il pavimento dondolava come se si fosse sull’acqua”. Questo il messaggio via Whatsapp dell’inviata dell’ANSA a Kathmandu subito dopo la nuova terribile scossa di terremoto in Nepal.


Una grande valanga ha colpito nuovamente il campo base sull’Everest alle ore 9.00 italiane. Numerosi elicotteri stanno evacuando un centinaio di persone dal campo base e dal campo 1 e 2, posti a quota più alta. Lo riferisce Pietro Coerezza responsabile della comunicazione dell’associazione EvK2 Cnr. Un enorme blocco di ghiaccio si è staccato cadendo per 800 metri e finendo sull’area del campo base. Immediatamente è stata data disposizione di spostare chiunque fosse nella zona, dal campo base ai campi 1 e 2 più in alto, un centinaio di persone in tutto, ha riferito un tecnico nepalese che lavora nella piramide dell’associazione EvK2 Cnr, Dorje Sherpa, che ha assistito all’ultimo evento di questa mattina. “La maggior parte delle tende al campo base sono distrutte – ha detto il tecnico – la forza del crollo della frana di ghiaccio è stata grande anche a causa dalla caduta contemporanea di alcune rocce”. I feriti e le vittime già ieri sono stati spostati dalla zona nel villaggio di Periche. Non è stato possibile spostarli più a valle a causa del brutto tempo.

E il bilancio delle vittime del terremoto di ieri ha superato i 2000 morti.Ed è stata una notte di paura a Kathmandu per i sopravvissuti. “Ci sono state diverse scosse di assestamento, una notte orribile. Molte persone hanno dormito nelle loro auto o per strada”, racconta all’ANSA Chris Decker, funzionario dell’Undp in Nepal, che ha passato la notte in macchina con la famiglia, compresi i due figli piccoli.



L’Onu lancia l’allarme:
sono circa 6,6 milioni le persone colpite dal sisma secondo l’ufficio dell’Onu a Kathmandu. “Siamo pronti ad assistere il governo del Nepal a rispondere a questa terribile tragedia”, ha detto il coordinatore Jamie McGoldrick.</p>
Il bilancio delle vittime del terremoto di ieri in Nepal ha superato i 2000 morti. Lo riferisce in diretta tv l’inviato del Times of India a Kathamandu.  Ed è stata una notte di paura a Kathmandu per i sopravvissuti. “Ci sono state diverse scosse di assestamento, una notte orribile. Molte persone hanno dormito nelle loro auto o per strada”, racconta all’ANSA Chris Decker, funzionario dell’Undp in Nepal, che ha passato la notte in macchina con la famiglia, compresi i due figli piccoli.

ITALIANI VIVI PER MIRACOLO – “Siamo vivi per miracolo – Lo ha detto all’ANSA una coppia di italiani, Roberto Spiritelli e Marusca Cordini, che ieri sono scampati alla scossa. Abbiamo visto i templi e il palazzo reale di Durbar Square afflosciarsi davanti ai nostri occhi come tasselli di un domino”. I coniugi, che abitano sul Lago di Garda, sono in attesa di trovare un volo per ritornare in Italia. “Eravamo appena arrivati per una vacanza che avevamo da tempo programmato – dicono – adesso non abbiamo più voglia di continuare”. Al momento della prima violenta scossa di terremoto i due erano in compagnia di una guida turistica nepalese ed erano appena usciti dal palazzo della Kumari, la dea bambina, nella storica piazza Durbar. Roberto, che è distributore in Italia per aziende di biscotti, stava scattando una foto al tempio di Shiva quando “ha sentito il pavimento muoversi”. Dopo pochi istanti il tempio era un mucchio di macerie.

L’ULTIMA FOTO DEL TEMPIO PRIMA DEL CROLLO
(di Roberto Spiritelli, da Facebook)

“Questa è l’ ultima foto, adesso non esiste più”, aggiunge, mostrando l’immagine sul suo computer. “Siamo stati investiti da una nuvola di polvere – raccontano con la voce rotta dall’emozione – e istintivamente ci siamo abbracciati tutti e tre. Quando ho rialzato la testa c’erano solo mucchi di macerie e gente che urlava”.

IL TEMPIO DOPO LA SCOSSA
(di Roberto Spiritelli, da Facebook)

COSA E’ SUCCESSO – Due tremende e fortissime scosse di terremoto,  a distanza di 35 minuti l’una dall’altra hanno colpito alle 11,56 ora locale (erano le 8.11 in Italia) il Nepal, causando oltre 1.800 morti, oltre 4.700 feriti e tanti dispersi, la distruzione di siti archeologici e storici e una valanga sull’Everest che ha travolto il campo base uccidendo almeno 18 persone.

Almeno 250 persone sono state uccise nel crollo della storica torreDharahara a Kathmandu.   La costruzione di nove piani, alta 63 metri, era affollata di turisti al momento della potente scossa.

“E’ un disastro enorme. Ho aiutato nella ricerca e nel soccorso delle vittime in una vasta area disastrata. Ci sono molti morti, molti altri gravemente feriti. Altri moriranno se un elicottero non arriverà il prima possibile“. E’ il drammatico appello su Twitter di un alpinista romeno, Alex Gavan, che si trova al campo base dell’Everest.

Fra le vittime del terremoto in Nepal anche il manager di Google Dan Fredinburg, responsabile della privacy di Google X e co-fondatore di Google Adventure, una squadra interna a Google che ha trasformato in ‘estremo’ Street View, portandola in posti esotici come il Monte Everest. A confermare la sua morte la sorella, Megan, con questo post su Instagram.

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