Redazione di Operai Contro
Nella vicenda greca si fa fatica a stargli dietro. Un giorno tra Grecia ed il resto dell’Europa è rottura, il giorno dopo l’accordo verrà presto raggiunto, il giorno dopo ancora volano addirittura gli insulti verso il ministro greco Varoufakis.
«Incompetente, giocatore d’azzardo, perditempo e dilettante», con queste parole il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che è anche ministro delle finanze olandese, aveva etichettato venerdì scorso il ministro greco dopo una settimana di incontri che non avevano portato a nulla. Giovedì il primo ministro greco, Alexis Tsipras, in un incontro con la Merkel, aveva chiesto un’accelerazione risolutrice del negoziato. Mercoledì Draghi rispondendo all’interrogazione di un parlamentare greco aveva escluso che qualsiasi paese (leggasi Grecia) potesse uscire dall’euro. Aveva poi minacciato che alle banche greche avrebbe potuto richiedere maggiori garanzie per concedere loro la liquidità monetaria necessaria ad operare.
Domenica sera così, Tsipras decide di cambiare la squadra dei negoziatori greci con i creditori europei, non proprio la testa di Varoufakis come l’Europa avrebbe voluto, Germania in testa, ma poco ci manca. Il giornale greco To Vima parla esplicitamente di commissariamento del ministro delle finanze.
Ma più che scaricare Varoufakis, Tsipras, poco alla volta, si sta scaricando le promesse elettorali con la popolazione ellenica. “Secondo il quotidiano tedescoBild, Tsipras sarebbe pronto a rinunciare a promesse centrali fatte ai suoi elettori, come l’aumento del salario minimo e il rafforzamento dei diritti dei lavoratori. … Inoltre, stando a Bild, i guadagni ottenuti dalla vendita delle imprese statali elleniche dovrebbero adesso servire al pagamento dei debiti. Tsipras aveva invece promesso che queste risorse sarebbero state restituite al popolo in forma di beni, e non ai creditori” (sole24ore).
Insomma, dopo nemmeno 3 mesi dalla vittoria elettorale, dove sono finite le dichiarazioni bellicose di Tsipras nei confronti della presunta austerity imposta dall’Europa della Troika? In un mercanteggio tra debitore e creditore, né più né meno che lo stesso mercanteggio che i governi greci precedenti avevano fatto, ottenendo nel 2012 peraltro una forte riduzione del debito con, ricordiamolo, un taglio superiore al 50% del valore dei titoli di debito greco.
Oggi, come allora, in cambio, alla Grecia vengono richieste “riforme” che garantiscano ai creditori la restituzione dei prestiti concessi, cioè i famigerati sacrifici che non sarebbero dovuti essere più fatti dal popolo greco, secondo lo Tsipras e il Veroufakis di prima delle elezioni. E dopo neanche tre mesi, i perentori NO alla Troika sono diventati i forse e i mercanteggi con il “Brussels Group”, e gli abbracci con la Merkel dello stesso Tsipras.
R.P.
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