CRONACA
Non c'è più alcuna possibilità di trovare superstiti dopo il devastante terremoto che ha colpito il Nepal sabato scorso: lo ha reso noto il ministero dell'Interno del Paese. Il bilancio delle vittime è salito a 6.621, ma le stime indicano che potrebbero arrivare a 9 o 10mila, con danni agli edifici per circa 3,5 miliardi di dollari. A indicarlo i modelli matematici del sito earthquake-report.com, il più grande database indipendente sui terremoti al mondo - che si basa su diversi tipi di dati, dai tweet alle segnalazioni delle stazioni sismologiche - in 60 lingue. "In questo momento i nostri modelli ci danno una media tra gli 8mila e i 9mila morti, ma non escludono che si arrivi a diecimila - spiega James Daniell del Karlsruhe Institute of Technology, cofondatore del sito, a Scientific American -. Per quanto riguarda i danni alle infrastrutture prevediamo fra i tre e i 3,5 miliardi di dollari, a cui andranno aggiunti 5-5,5 miliardi di dollari per la ricostruzione che potrebbero crescere se si deciderà di costruire infrastrutture migliori. A questo va aggiunto l'eventuale calo del turismo, che porta ogni anno circa un miliardo di dollari al paese, e che però è difficile da stimare". Il valore dei danni è relativamente basso, sottolinea Daniell. "Questo non è dovuto però all'impatto del terremoto, che invece ha portato una grande distruzione - spiega -, ma alla povertà del Paese. Il valore di tutte le infrastrutture della regione non supera i 40 miliardi di dollari". Intanto, sono ancora in corso le verifiche da parte dell'Unità di crisi della Farnesina per rintracciare gli ultimi due italiani che ancora mancano all'appello dopo il sisma. Dalle macerie del terremoto nepalese dopo 5 giorni emerge, vivo, un ragazzo di quindici anni. Il giovane è stato trovato tra i resti di un palazzo di 7 piani di Kathmandu e per tirarlo fuori hanno lavorato durante la notte un team dell'Usaid affiancata da soccorsi nepalesi mentre molte persone erano in attesa. Appena estratto è scoppiato un applauso: il ragazzo, che era rimasto intrappolato tra due piani crollati, è stato portato via in barella, con il viso coperto di polvere. Poi, il Centro nazionale operazioni di emergenza (Neoc) nepalese ha reso noto, in un tweet, che due donne sono state estratte vive dalle macerie a Dadhikot, quartiere di Kathmandu, e Bhaktapur, località vicina alla capitale. Ieri il salvataggio di un neonato di appena quattro mesi. Intanto la Farnesina aveva fatto sapere che "al momento è sceso a tre il numero dei connazionali che l'Unità di Crisi sta ancora cercando di rintracciare" in Nepal. Intanto, il C130 italiano è arrivato stanotte alle 2.45 ora locale a Kathmandu ed è ripartito circa un'ora dopo con a bordo 29 superstiti del terremoto, tra cui 23 italiani e sei cittadini di altre nazioni europee. Lo ha appreso l'ANSA da un funzionario dell'Unita' di Crisi della Farnesina dislocata in Nepal. Due altri italiani, che nel frattempo avevano raggiunto l'India, sono saliti a New Delhi dove l'aereo ha fatto scalo. Il presidente americano Barack Obama ha chiamato il premier del Nepal esprimendo la vicinanza del popolo americano a quello nepalese colpito dal terremoto e offrendo ulteriore assistenza sul fronte dei soccorsi e della logisticA Proteste e polemiche per i ritardi nei soccorsi - Circa 200 persone hanno bloccato il traffico a Kathmandu in segno di protesta contro la lentezza con cui vengono distribuiti gli aiuti alla popolazione. I dimostranti, accusano il governo di non fare abbastanza, hanno sfidato la polizia e vi sono stati scontri, ma non è stato eseguito alcun arresto. Gli sfollati del distretto nepalese di Dolakha, disperati per non aver ricevuto aiuti dopo il terremoto di sabato, hanno appiccato oggi il fuoco agli uffici distrettuali. Lo riferisce il quotidiano Repubblica. Nella sua pagina online il giornale indica che i sopravvissuti accusano gli amministratori di non aver distribuito nessun genere di prima necessita'. Il responsabile del distretto, Prem Lal Lamichhane, ha confermato che il ministero degli Interni non ha ancora mandato nulla. Migliaia di persone hanno preso d'assalto le stazioni degli autobus a Kathmandu per tornare nelle loro villaggi di origine. Nel 'Bus Park' di Gongabu in mattinata si sono verificati disordini per la ressa di passeggeri ed e' intervenuta la polizia. I veicoli partono stracarici con decine di passeggeri sul tetto. Dopo le proteste, fugge capo distretto
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