Dall’articolo di fondo di E.A su Operai Contro n 135
Quarta questione
Qualunque classe che vuole mettere mano al funzionamento della società si costituisce in movimento politico, si organizza in modo proprio, di parte. Per gli operai che vogliono capovolgere i rapporti economici su cui si fonda questa società diventa assolutamente necessario darsi una propria organizzazione, costituirsi in partito. Il rivolgimento del rapporto sociale che ci ha resi schiavi richiede la conquista del potere, un nuovo governo costituito dagli operai di ogni settore o attività, una nuova forma di potere pubblico. Quella che chiamano crisi della politica è crisi di gestione del loro potere, la crisi economica ha tolto ai partiti la loro base di massa, metà del corpo elettorale li ha abbandonati, nessuno li vota. Se parliamo, poi, dell’organizzazione territoriale siamo allo sfascio completo. I partiti oggi sono solo il mezzo per conquistarsi un reddito da borghesi, per favorire gli affari di amici imprenditori, la politica è l’attività atta allo scopo. In realtà i partiti sono aziende private, con impiegati locali e centrali che operano nello Stato e si mantengono tramite il finanziamento statale. L’organizzazione politica degli operai, che chiamiamo per semplificare partito, ha tutt’altra fattura. Il suo obiettivo non è la conquista del parlamento ma il suo scioglimento; la sua politica è la fine della politica come attività separata dall’economia. La politica del partito operaio è la gestione della lotta degli operai come classe contro i padroni, è la lotta per l’emancipazione economica degli operai dai loro padroni. La politica del partito operaio è la lotta per la conquista del potere da parte degli operai, per un rovesciamento delle strutture economiche della società
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