RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO PER IL DIBATTITO
L’establishment milanese ha ridotto i problemi di disagio sociale e di degrado urbano a una pura questione di facciata.
Come un sol uomo, il 3 maggio alcune migliaia di persone si sono mobilitate con il sindaco Pisapippa a cancellare le scritte sovversive che deturpavano i muri dei quartieri alti e dei siti alla moda.
A parte un vecchio cantante e un attore da spot pubblicitari, il celebrato mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo (e della moda) brillava per la sua assenza.
Aveva già dato (e preso) i giorni precedenti.
E anche la curia, dopo tante chiacchiere, non si è fatta vedere.
Forse perché ha capito che l’iniziativa puzza tanto di vecchio fascismo meneghino.
Le attrezzature erano fornite gentilmente dall’Amministrazione Comunale.
Nelle periferie … come prima più di prima … ti odierò.
Dopo la sceneggiata reazionaria dei netta-muri: alcune riflessioni e immagini sul corteo del Primo Maggio.
Pacato giudizio (e foto) dei promotori (che hanno schivato il trappolone):
http://www.noexpo.org/2015/05/03/dopo-la-noexpo-mayday-verso-sei-mesi-di-alterexpo/
Ed ecco cosa dicono e vedono coloro che invece vogliono mangiare la frittata ma non vogliono rompere le uova:
http://milanoinmovimento.com/primo-piano/no-expo-mayday-diretta-foto-e-video
Infine, una ragazza coraggiosa (un po’ ingenua) alle prese con i democratici della spugna:
http://www.milanotoday.it/cronaca/attivista-no-expo-adesso-pulisci.html
Benvenuti, BLACK BLOC. E’ inutile che io ripeta la mia posizione, rispetto al PARTITO OPERAIO: è indispensabile un’organizzazione indipendente degli operai, che mette al primo punto la lotta per abbattere la dittatura capitalista e la sottomissione degli operai alla schiavitù del lavoro salariato e questo lo possono fare solo gli operai che vivono sulla propria pelle la condizione di schiavi. Perchè benvenuti BLACK BLOC? La canea di critiche della piccola borghesia e di quella parte di sinistrati che si è scatenata dopo il corteo del 1° Maggio per le cosiddette devastazione fatte da quello spezzone di corteo più combattivo mi fa incazzare e mi riporta alla mente le critiche e gli appellativi che i benpensanti mi facevano quando ero giovane(chi vi paga, siete dei provocatori, ecc. ecc.) nessuno però si metteva nei miei panni: uno dei 5 figli di uno schiavo salariato morto sul lavoro nel 1957 in Francia, privazioni e fame scandivano le mie giornate, mia madre che si raccomandava di non fare sparlare la gente e essere onesti, per non piegare la testa nei confronti dei notabili e politicanti del paese sono dovuto emigrare al Nord dove sono diventato uno schiavo salariato; alla mia già naturale avversione contro i padroni si è aggiunta la conoscenza di compagni che ho avuto la fortuna di conoscere in fabbrica e che hanno contribuito alla mia crescita politica. “tutti vedono la violenza del fiume in piena, nessuno vede la violenza degli argini che lo costringono” “che cos’è una rapina in banca a confronto della fondazione di una banca?(BERTOLD BRECHT). I BLACK BLOC hanno rovinato il funerale alla piccola borghesia e ai sinistrati, che volevano esternare le proprie frustrazioni in modo democratico contro L’ EXPO voluto dai padroni e dalla sovrastruttura asservita. Sinistrati i padroni lo sanno bene che per fare una vita da nababbi devono affamare il 99% della popolazione mondiale e non importa se questo provoca anche delle guerre, la disoccupazione in aumento, operai spremuti come limoni e licenziati; le fabbriche somigliano sempre di più a dei lager, chi è disposto a scagliare la prima pietra per una vetrina rotta e qualche macchina bruciata nei confronti di giovani senza futuro che si ribellano contro un potere sempre più agguerrito? Io non critico, cerco di capire le ragioni di chi rischia anni di galera o la vita, si muovono in modo disordinato? può darsi, non hanno consenso? può darsi. Sono giovani e lottano, molti si perderanno per strada forse, la stampa borghese scrive che è un blocco che si muove a livello internazionale e questo è un segnale positivo. La guerra inevitabile tra sfruttati e sfruttatori nella crisi viene accellerata e non lascia spazio allo spontaneismo; sappiamo che la lotta di classe non sarà un pranzo di gala: chi lotta per abbattere la dittatura capitalista si deve per forza di cose organizzare se non vuole sopperire, vivere da schiavo e farsi coinvolgere in guerre fratricide ” chi lotta può perdere chi non lotta ha gia perso” (ERNESTO GUEVARA)