Redazione di Operai Contro,
una settimana fa si sono svolte, come molti sapranno, le elezioni nel regno unito.
A livello elettorale i giornali hanno sbandierato la rielezione del primo ministro Cameron che ha visto il suo partito raccogliere il 36,9% dei consensi di chi si è recato alle urne e al secondo posto si sono collocati i laburisti staccati di quasi sette punti. Molto staccati tutti gli altri.
Come è stato raccontato su questo sito lo scorso sabato vi sono state proteste a Londra davanti a Downing street e a Cardiff. Si sono registrati scontri in cui ci sono stati 5 poliziotti feriti e 17 arresti tra i manifestanti.
Le proteste sono dovute all’ austerità imposta da tempo dal primo ministro Cameron che sta colpendo duramente i cittadini meno abbienti e la richiesta di una riforma del sistema elettorale.
Le proteste sono per altro la materializzazione dell’ astensionismo elettorale che ha rappresentato di fatto il maggior partito con il 40%. La grandezza del partito degli astensionisti significa che il governo imporrà le proprie scelte rappresentando più o meno il 20% della popolazione, davvero poco. Gli astensionisti nel regno unito sono il primo partito indisccusso dal 2000 solo nel 1997 infatti erano meno di adesso con il 30%. Nelle elezioni minori la percentuale di astensione tocca spesso il 70%.
Questa situazione, anche se formalmente ignorata, rappresenta una seria minaccia per il governo del paese che senza dubbio sa bene cosa si può innescare nel culmine del malcontento non essendo passato molto tempo dai riot che perdurarono per giorni in diverse località del paese e che determinarono ingenti danni economici e di immagine. La situazione inglese è comunque molto comune anche nel resto del vecchio continente che appare sempre più una bomba sul punto di esplodere.
Un lettore
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