Parte dalla Fiat la nuova minaccia per gli operai

Caro Operai Contro, scioperare solo se è d’accordo la maggioranza dei delegati. Sbarramento ai sindacati che non superano il 6-8% dei voti. Gli operai in mano ad un comitato esecutivo di 5 membri di altrettanti sindacati, ma anche meno se chi non supera l’8% resta fuori. Apertura ai 20 turni nelle altre fabbriche Fiat. Illusione che la gerarchia di fabbrica cali, riducendo i livelli di inquadramento. Marchionne insieme a Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri, preparano una svolta ancora più autoritaria nelle relazioni sindacali in fabbrica. Sarebbe opportuno che gli operai alzassero la testa, e che i sindacati contrari […]
Condividi:

Caro Operai Contro,

scioperare solo se è d’accordo la maggioranza dei delegati. Sbarramento ai sindacati che non superano il 6-8% dei voti. Gli operai in mano ad un comitato esecutivo di 5 membri di altrettanti sindacati, ma anche meno se chi non supera l’8% resta fuori. Apertura ai 20 turni nelle altre fabbriche Fiat. Illusione che la gerarchia di fabbrica cali, riducendo i livelli di inquadramento. Marchionne insieme a Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri, preparano una svolta ancora più autoritaria nelle relazioni sindacali in fabbrica. Sarebbe opportuno che gli operai alzassero la testa, e che i sindacati contrari al nuovo accordo che si va delineando, chiamassero a farlo. Saluti da un lettore. Allego un articolo del “Messaggero motori”.

Il 21 o il 22 maggio sindacati e Fca tenteranno di chiudere la trattativa sul nuovo contratto dei circa 80.000 dipendenti Fiat Chrysler (auto) e Cnhi (camion e trattori). Un contratto molto innovativo, con un sistema di distribuzione di premi tra i 7 e i 10.000 euro per dipendente in 4 anni, ma che potrebbe diventare un punto di riferimento per l’intero mondo del lavoro italiano soprattutto sul fronte dei diritti sindacali e della regolamentazione dello sciopero. Ne abbiamo parlato con Gianluca Ficco, responsabile Fiat della Uilm.

Qual è la novità più importante del contratto?

“Saranno molte, fra le quali la gestione dei premi cui mancano gli ultimi dettagli. Ma l’accordo è già definito su un punto molto importante che possiamo analizzare: la gestione dei diritti sindacali e del potere di indire lo sciopero nelle singole fabbriche. Il criterio ispiratore di fondo è quello democratico della rappresentanza e del pronunciamento a maggioranza”.

Come funzionerà il nuovo sistema?

In ogni fabbrica nascerà il Consiglio dei delegati. Una sorta di parlamentino le cui decisioni prese a maggioranza varranno per tutti”.

E chi governerà il parlamentino?

“Un comitato esecutivo composto da 5 membri. Inoltre ci saranno commissioni ad hoc sull’organizzazione del lavoro e per la gestione dei premi che, com’è noto, si basano anche sull’aumento dell’efficienza della singola fabbrica”.

Chi entrerà nel Comitato esecutivo e nelle commissioni?

“Un membro per ogni organizzazione sindacale firmataria. In casi particolari, come ad esempio l’assenza di una organizzazione in uno stabilimento, i posti “liberi” saranno distribuiti alle organizzazioni in proporzione ai voti ricevuti con una clausola di sbarramento fra il 6 e l’8%”.

Cambiano le regole sugli scioperi?

“Si. Lo sciopero, ripeto parliamo dell’ambito del singolo stabilimento non di quelli nazionali, potrà essere indetto solo se approvato dalla maggioranza dei delegati di fabbrica. E’ una novità di grandissima portata”.

Significa che il singolo sindacato cede parzialmente il suo potere di indire l’agitazione?

“Non solo. Il nuovo sistema sancisce un principio importantissimo: il pluralismo sindacale resta una ricchezza ma diventa più efficace in base a regole democratiche”.

Cosa succede se non si rispetta la regola della maggioranza?

“Si sospendono pro-tempore i diritti sindacali di maggior favore rispetto alla legge che il contratto assicura. Quindi i delegati perderebbero permessi aggiuntivi e le organizzazioni la possibilità di ricevere le quote degli iscritti tramite le buste paghe aziendali”.

Tutto questo vale per Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri, sindacati firmatari del contratto. E la Fiom?

“Se la Fiom accettasse un sistema di regole democratiche condiviso faremmo un grande passo avanti per tutti. Un tempo l’unità sindacale aveva una sua funzionalità anche senza regole. Ora l’unità non è più scontata, ma sarebbe utile condividere meccanismi democratici in grado anche di far emergere il dissenso”.

Passiamo alle altre novità.

“Innanzitutto nel contratto si prevede la possibilità “automatica”, laddove ce ne fosse bisogno, di passare da 15 a 18, 19 o 20 turni settimanali su 4 squadre. Com’è accaduto per gli 8.000 dipendenti di Melfi”.

E che significa?

L’impressione è che Fca, dopo Melfi dove già si lavora a 20 turni, si aspetta di tenere aperte anche altre fabbriche di sabato e domenica riconoscendo, come a Melfi, indennità maggiori rispetto a quanto già previsto per il lavoro notturno e festivo”.

E poi?

“Un’altra novità di spessore, certo non ultima per importanza, riguarda i nuovi assunti che saranno inquadrati su soli tre livelli professionali invece degli attuali sette. Gli operai di linea saranno il primo livello; gli operai team leader, gli specializzati e gli impiegati saranno di secondo livello; quadri e impiegati con mansioni particolari entreranno nel terzo livello”.

Quali i vantaggi e gli svantaggi del nuovo inquadramento rispetto al vecchio?

“In fabbrica ci sarà meno gerarchia e questo è molto positivo. Poi bisognerà monitorare come andranno le cose in pratica. E’ evidente che l’azienda potrà manovrare meglio sulla contrattazione individuale col singolo dipendente ma anche il sindacato potrebbe ritagliarsi spazi maggiori per aumenti collettivi. Si vedrà. Ma anche questo passaggio fa capire quanto sia diversa la fabbrica di oggi da quella del Novecento”.

Condividi:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.