PER IL DIBATTITO
Redazione di Operai Contro,
In questi giorni la scuola è al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, tutti ne parlano, si propongono continuamente dibattiti, anche su questo telematico ci sono stati diversi interventi. Ciò è ben comprensibile, la (contro)riforma della “Buona scuola” è in approvazione alla camera, ci sono le (lente) agitazioni sindacali e le pseudo proteste degli insegnanti. Dopo che la (contro)riforma sarà approvata, tutti si leccheranno le ferite, si faranno le accuse reciproche, le analisi delle responsabilità si sprecheranno, ma poi tutto sarà dimenticato e la borghesia avrà vinto un’importante battaglia.
Non voglio, in questo mio intervento, parlare di cose astratte, ma semplicemente raccontare quello che è avvenuto il 12/5/2015 nella mia scuola, in una delle tre giornate di scioperi indette da molte sigle sindacali, contro “La buona scuola”, ma anche come azione di boicottaggio delle prove invalsi. Lo voglio fare anche per dare una chiave di lettura, basata sui fatti del mondo della scuola e delle sue (in)capacità di lotta. Ma andiamo ai fatti.
I FATTI.
I giorni dopo il “grande sciopero” del 5/5/2015, tra i colleghi si discuteva di come boicottare le prove invalsi di matematica previste per il 12/5, per le seconde classi delle superiori. Un falso problema, in realtà, perché sarebbe bastato aderire massicciamente allo sciopero indetto per quel giorno, soprattutto dai cobas della scuola, coinvolgere anche gli studenti nel boicottaggio e si sarebbe dato un chiaro segnale di rottura al governo Renzi, alla vigilia della discussione della legge in parlamento! Un’ipotesi mal digerita dalla maggioranza dei docenti: “Un altro giorno di sciopero, non se ne parla proprio” hanno risposto, scandalizzati, la maggior parte dei miei colleghi, bisognava trovare altre soluzioni (che non intacchi il portafoglio). “Scusatemi –dico io – ma se si è contro qualcosa bisogna avere il coraggio delle proprie azioni, non si difende la scuola pubblica solo a parole, si può utilizzare il giorno di sciopero per boicottare le prove invalsi, una volta tanto che i sindacati hanno indetto dei giorni di scioperi strategici, perché non utilizzarli?”. “No no, un altro giorno di sciopero no”, ripetono i miei colleghi, e da quel momento prendono accordi sottobanco, senza coinvolgermi, evidentemente mi ritengono “ inaffidabile”.
I giorni che precedono le prove invalsi capisco, tra le righe, che i professori delle seconde hanno convinto i loro alunni ad assentarsi in massa, convincimento facile, i professori che chiedono agli alunni di non venire a scuola!
Il 12/5 comunque io aderisco allo sciopero, per coerenza, ma so solo 3 o 4 docenti come me hanno scioperato, su un corpo docente di 80 elementi! Gli alunni delle seconde, però, si sono assentati in massa e le prove invalse sono state boicottate. Il giorno dopo tutti i giornali e i telegiornali hanno aperto con i titoli: “Gli studenti bocciano le prove invalsi”, solo gli studenti, appunto.
I giorni successivi i colleghi si sentono orgogliosi di aver boicottato le prove invalsi, cosa c’è da essere orgogliosi, penso io, di aver strumentalizzato gli alunni, senza aver avuto il coraggio delle proprie azioni, solo per motivi economici? Come si pretende di far paura al governo se non si è capaci di sostenere più di un giorno di sciopero?
CONCLUSIONI
Quando, anche su queste pagine, si sostiene che i sindacati non hanno promosso delle serie lotte, non si conosce il mondo della scuola. È vero, i sindacati hanno, spesso, il ruolo di pompieri, con gli insegnanti, però, hanno vita facile, gli incendi da spegnere sono veramente pochi.
Solo un autentico PARTITO OPERAIO può sostenere una scuola autenticamente popolare e gratuita, per promuovere tutte le potenzialità dei propri studenti. Per il bene comune e non per il profitto
PIERO DEMARCO.
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