OPERAI TURCHI ROMPONO LE CATENE DELLA SCHIAVITU’

Lo Sciopero degli operai metalmeccanici Turchi interrompe la catena dello sfruttamento su scala continentale. E interrompe la produzione nel punto più sensibile nel continente, dove molte grandi fabbriche erano state installate dai principali costruttori di auto-camion-trattori-componenti. Da una settimana lo sciopero ad oltranza partitoalla Renault (5000 operai) si è esteso a Tofas-Fiat (4500 operai) a Ford altre 20 fabbriche tra cui la holding Turk traktor che ha 3 sedi con migliaia di operai in sciopero (21 maggio). il movimento di sciopero è in mano agli operai stessi. Hanno costituito un Comitato inter-aziendale smarcandosi dal sindacato riconosciuto (Turk-metal). Dichiarano aprtamente […]
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Lo Sciopero degli operai metalmeccanici Turchi interrompe la catena dello sfruttamento

su scala continentale. E interrompe la produzione nel punto più sensibile
nel continente, dove molte grandi fabbriche erano state installate
dai principali costruttori di auto-camion-trattori-componenti.
Da una settimana lo sciopero ad oltranza partitoalla Renault
(5000 operai) si è esteso a Tofas-Fiat (4500 operai) a Ford altre 20 fabbriche tra cui
la holding Turk traktor che ha 3 sedi con migliaia di operai in sciopero (21 maggio).
il movimento di sciopero è in mano agli operai stessi.
Hanno costituito un Comitato inter-aziendale smarcandosi dal sindacato riconosciuto (Turk-metal).
Dichiarano aprtamente che vedranno dopo come affiliarsi e a chi
l’importante che le operazioni rimangano in mano, agli operai, i più decisi
ed esperti tra loro partecipano a questi Consigli-inter-aziendali.
Diverso tempo fà (almeno dal 2012) gli operai Renault avevano disdetto l’affiliazione
a questo sindacato corrotto (Turk-metal) legato ai vertici militari Turchi (fondo pensione)
e all’associazione degli industyriali Turchi (Mess), chiedendo forti aumenti salariali (+60%)
e la libertà di affiliazione sindacale. (salrio turco operai intornop a 500 euro, 1500 lire turche).
I giornali della borghesia, tv, mass-media stanno censurando
apertamente questo sciopero. Non ci stupisce visto che prendono soldi
dagli stessi Padroni e Industrtiali Turchi. In Europa occidentale vige la stesso sistema con
la stessa medesima censura, poi vogliono far credere che abbiamo libertà di stampa.
Stà agli operai da questa parte del continente
darne notizia, svilupparla e portarla all’attenzione degli operai in Europa.
Lo sciopero si stà allargando giorno per giorno le
rivendicazioni ufficiali sono le seguenti:
 
1-1- IL LORO ACCORDO DEVE ESSERE RI-NEGOZIATO ALLE CONDIZIONI DELLA FABBRICA BOSCH (CHE HA MIGLIORI CONDIZIONI SALARIALI E NORMATIVE) +60% DI AUMENTO.

2-IL SINGOLO OPERAIO DEVE ESSERE LIBERO DI DECIDERE IL SUO DELEGATO SINDACALE CHE LO RAPPRESENTI CON PROCESSO DEMOCRATICO

3-VOGLIAMO ASSICURAZIONE, CHE, IN CASO DI DISDETTA DALLA TURK METAL UNION, NESSUNO POSSA ESSERE LICENZIATO DALLA FABBRICA

4-TURK METAL (sindacato riconosciuto dalle aziende) LASCI IMMEDIATAMENTE TUTTE LE FABBRICHE.

 
 

————IN ENGLISH THE DEMANDS OF WORKINGMEN………………..

The demands of workers are as follows:

– Our agreement should be re-negotiated and signed based off the Bosch agreement

– Workers alone must be able to choose their own union representative by democratic process

– We want assurance that in case we resign from the Turk Metal union that we won’t be fired from our factories

– Turk Metal should leave factories immediately

Noi non sappiamo allo stato come questo sciopero si concluderà

se gli operai conquisteranno tutte le rivendicazioni di sciopero.

Ma Un Fatto deve esserci chiaro; Uno sciopero di questo tipo

stà cambiando i rapporti di forza coi padroni, su scala continentale

E le positive conseguenze per il movimento operaio in Europa

non tarderà a manifestarsi. La cappa di piombo su gli operai

è stata stretta, troppo fortemente per troppo tempo.

Inoltre la disintegrazione del sindacato Turk-metal

ad opera degli operai stessi è dirimente:

Bisogna sapere che questo sindacato Turk-metal coi suoi sgherri

il 5 maggio ai cancelli della Renault di Bursa

si è permesso anche di picchiare gli operai in assemblea

che li criticavano. Gli operai Renault sono stati aggrediti con aste e bastoni,

ed anche 2 reporter di “Kizil Bayrak” (Bandiera Rossa newspaper)

niente succede a caso il 14 Maggio 2015

sono entrati tutti in sciopero, turno per turno

stanno presidiando la fabbrica.

Diventa centrale quindi anche

la questione di dimettersi da Turk-metal

che fino ad adesso nessuno dei commentatori

della lotta degli operai Turchi ha messo in evidenza.

Dimostra apertamente a tutti che gli operai non sono

i servi di qualsiasi sindacato, nel momento stesso

che non fanno i loro interessi, si sono tolto di mezzo questi parassiti.

Anche in Italia, abbiamo gli stessi problemi, siamo divisi per parrocchie sindacali

tutte ugualmente incapaci di fare minimamente gli interessi operai.

Per non parlare delle forze politiche, che non solo si sono legati ai padroni

avendone vantaggi clientelari sulle nostre spalle.,

Chi sostiene di essere dalla nostra parte, fanno solo

parte della commedia, basta vedere come è passato il jobs act

il 4 dicembre è stato approvato a maggioranza, e i sindacati stessi

compresi i più radicali si sono fermati con gli scioperi.

E’ palese che c’e’ bisogno di costruire una forza operaia

indipendente dentro le fabbriche, a partire dalle principale.

E collegarsi intelligentemente costruire legami tra le fabbriche

e gli operai più decisi a organizzarsi, all’inizio non conta il numero

anche piccoli gruppi di operai coesi possono iniziare questo processo.

Anche in Turchia di fatto si sono mossi similmente.

Abbasso le barriere sindacali

w la lotta operaia organizzata dagli operai stessi.

Sulla Base dei nostri interessi di classe immediati

ci possiamo muovere per i nostri interessi complessivi

non abbiamo bisogno di intermediari, chi ci vuole

incastonare dentro contenitori politici costruiti da altre classi sociali

come la piccola-borghesia “rivoluzionarIa” sono stati presi alla sprovvista

e non capiscono nulla dell’evoluzione di questo sciopero, che alla fine

mette in discussione governo e stato Turco.

Come dicono gli operai Turchi, che ad oggi contano

decine di migliaia di scioperanti

e un movimento di solidarietà

nel Paese, vastissimo, iniziando

dai loro familiari, in ogni città:

Fino ad adesso siamo stati anelli passivi della catena dello sfruttamento

Ma ora rompendo i primi anelli insieme, andremo fino in fondo

per rompere tutta la catena dello sfruttamento

Per la liberazione degli operai dal lavoro salariato

Indeboliti i padroni nei loro profitti

Si apre qui da Noi, la possibilità di entrare

nella contraddizione, e iniziare ad organizzarsi

più strettamente tra operai contro i padroni

Abbasso le sigle, W la lotta e l’organizzazione

indipendente degli operai, primo passo

verso il nostro Partito.

Operai Contro

sezione Modena

22 maggio 2015

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