Redazione,
La libertà di stampa come l’eguaglianza delle persone davanti alla legge, il diritto ad esprimere la propria opinione, il diritto ad un lavoro dignitoso e il divieto di ricorrere alla tortura fisica e psicologica degli oppositori sarebbero tra le colonne portanti della società dei padroni.
Questi uesti i valori che, a sentire gli intellettuali al servizio del capitalismo, distinguerebbero le società fondate
su libero mercato, profitto e lavoro salariato dalla barbarie.
Prendiamo, per esempio, la carta stampata in Italia.
Riviste mensili, settimanali e quotidiani per la maggior parte sono di proprietà privata di cordate economico/finanziarie e di queste difendono gli interessi concreti sia nello scontro tra le varie fazioni in concorrenza tra di loro che gli interessi generali della classe al potere.
CONFINDUSTRIA l’associazione che riunisce i proprietari di mezzi di produzione ha una propria testata (Il sole 24 0re) e una radio nazionale (Radio 24).
I giornalisti, opinionisti, collaboratori occasionali, esperti che scrivono sui giornali sono concretamente stipendiati dalla classe dirigente, la borghesia, affinché ne tutelino gli interessi e garantiscano il riprodursi “dell’ineluttabilità” dell’attuale sistema di dominio
Le ultime elezioni regionali hanno confermato il risultato delle politiche 2013. Prima forza elettorale il Pd secondo il Movimento 5 Stelle , terzo Berlusconi con Forza Italia ecc
I padroni italiani al momento attuale hanno identificato nel manichino di Firenze, Matteo Renzi e nel suo esecutivo antioperaio, la forza politica capace di rappresentare al meglio gli interessi dei padroni nella crisi.
La foto dell’incontro nella fabbrica di Brescia “sgomberata dagli operai” e pubblicata da OC telematico rende l’idea di questa identificazione.
I padroni spudoratamente, sponsorizzano attraverso le testate giornalistiche di loro proprietà il governo antioperaio Renzi/Padoan/Poletti.
Sulla carta stampata non esiste da parte del governo dei padroni nessun tipo di regolamentazione, neanche formale, che garantisca la possibilità di espressione a coloro che(partiti, movimenti ecc) non si riconoscono nei valori fondanti dell’attuale sistema economico-sociale dominante.
In periodo pre- elettorale nei quotidiani l’accesso ai partiti o movimenti non graditi ai padroni è presso che nullo.
Infatti se si esclude il “Fatto Quotidiano” il Movimento 5 Stelle (M5S), i suoi parlamentari e le tematiche di questo movimento non compaiono mai sui quotidiani nazionali di maggior tiratura.
La situazione nei potenti mezzi di informazione televisiva sembrerebbe apparentemente diversa.
Innanzi tutto ci troviamo di fronte ad una pluralità di concentrazioni , la proprietà privata dei mezzi di informazione dominata da Mediaset (Fam Berlusconi) e SKY, quella pubblica la RAI di proprietà statale.
Nel settore è stata istituita l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom costo 1 milione di euro all’anno) che dovrebbe monitorare il pluralismo televisivo sia nella Rai che nelle Tv private.
Con la legge n 28 del 2000 si codifica la “Par condicio” che disciplina l’accesso ai mezzi radio- televisivi dei partiti e movimenti soprattutto in periodo pre-elettorale.
Prendiamo in esame l’accesso ai mezzi radio televisivi il periodo pre- elettorale nelle recenti regionali 2015.
Marzo 2015 Reti RAI PD (Primo partito) spazio 34% M5S (Secondo partito) 9% Forza Italia (terzo partito) 15% Area Popolare – Alfano (quinta forza elettorale) 9%
Marzo 2015 reti Mediaset PD 32% M5S 4% Forza Italia 33% Area Popolare-Alfano 5%
Ci si potrebbe aspettare che nelle reti Rai i canali conformisti storici (Rai uno e Due) siano i più servili, tutt’altro i ” sinistri” di radio Kabul si meritano l’oscar dei leccaculo di Renzi e dell’odiatissimo Berlusconi.
Questi i rilevamenti RAI 3 di Bianca Berlinguer, dell’Agcom nello stesso periodo:
Rai 3 PD 35% M5S 9% Forza Italia 19% Area Popolare- Alfano 14%
Come può definirsi democratica una società che al secondo partito in parlamento concede uno spazio informativo palesemente inadeguato?
Le informazioni riguardanti i dati di accesso tv sono stati ripresi da Open Tg
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