La disoccupazione in Italia ha raggiunto un picco del 12,7% nel 2014, oltre 6 punti percentuali in più rispetto a prima della crisi (6,1% nel 2007), Cresce anche l’incidenza della disoccupazione di lungo periodo: nel 2014, il 61,5% dei senza lavoro lo era da almeno 12 mesi, contro il 56,9% del 2013.
La disoccupazione giovanile in Italia nel 2014 è aumentata di 2,7 punti rispetto al 2013, arrivando a quota 42,7%. La percentuale è più che raddoppiata dal 2007, quando si fermava al 20,4%. “Più di una persona su 4 di età uguale o inferiore ai 29 anni in Italia non è né occupata né in educazione (Neet)”, percentuale che “si è impennata del 40% dall’inizio della crisi, aprendo un ampio divario con la media Ocse”.
Continua a crescere in Italia la percentuale di lavoratori under 25 con contratti precari, passata dal 52,7% del 2013 al 56% nel 2014. La percentuale è aumentata di quasi 14 punti percentuali dal 2007 (42,2%) e di quasi 30 punti dal 2000 (26,6%).
“Il jobs act -hamigliorato unicamente la possibilità di licenziare
“Le condizioni del mercato del lavoro sono in generale miglioramento nei Paesi Ocse ma la ripresa dalla recente crisi economica resta molto disomogenea”, e “l’occupazione cresce ancora troppo lentamente per chiudere il divario occupazionale indotto dalla crisi in tempi brevi”. Per questo, “la disoccupazione resterà elevata fino alla fine del 2016”, . “Il mix occupazionale si è spostato verso più lavoro part time e lontano dai posti di lavoro in manifattura e costruzioni, cosa che può rendere più difficile per alcuni trovare lavoro”, rileva ancora l’organizzazione, sottolineando anche che la disoccupazione di lungo termine “rimane inaccettabilmente alto, è c’è il rischio che alcuni in questo gruppo si siano disimpegnati dal mercato del lavoro”.
Il salario medio è però diminuito dello 0,4% rispetto al 2007, ultimo anno prima dell’esplosione della crisi.
Un lettore
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