Bari, bracciante tunisino muore stroncato dal caldo: è la terza vittima nei campi pugliesi
di GABRIELLA DE MATTEIS
Padre di quattro figli, stroncato da un malore a Polignano dopo otto ore di lavoro: “Dalle cinque di mattina lavorava per raccogliere e caricare l’uva nei camion”. I precedenti di Nardò e Andria
Aveva cominciato il suo turno alle cinque del mattino, poi, poco dopo le 13, aveva finito la sua giornata di lavoro e aveva deciso di prendere un caffè alla macchinetta posizionata in azienda. All’improvviso, però, è stato colto da malore e si è accasciato sul pavimento. E’ morto così un cittadino tunisino di 52 anni, residente a Fasano.
L’ennesima tragedia del lavoro nei campi, questa volta, arriva da Polignano. La vittima era impiegato, con un regolare contratto di lavoro (secondo quanto emerge dai primi accertamenti dei carabinieri), in un’azienda agricola specializzata nella produzione e commercializzazione dell’uva. L’uomo, per ben otto ore, hanno raccontato ai carabinieri della compagnia di Monopoli i suoi compagni di lavoro, sotto il sole, aveva caricato le cassette dell’uva su uno dei tir che avrebbe dovuto lasciare l’azienda.
Nessuno ha saputo dire quando il cittadino tunisino abbia cominciato a sentirsi male. Soltanto un’altra bracciante ha notato che, poco dopo l’una, il collega ha lasciato la zona per il carico della merce, per andare alla macchinetta che distribuisce bevande e caffè. E’ stato un attimo: l’uomo è stato colto da malore ed è caduto a terra. La donna ha chiesto aiuto. Qualcuno ha chiamato il 118, ma per il cittadino tunisino non c’era più nulla da fare.
Era già morto. Il caso è stato denunciato ai carabinieri. Sono stati quest’ultimi a segnalare il decesso dell’uomo al magistrato di turno Grazia Errede che ha deciso di disporre l’autopsia. Un atto dovuto per capire se il malore e quindi il decesso potesse essere evitato o se invece siano riconducibili alle condizioni di lavoro, particolarmente pesanti per i lavoratori agricoli anche e soprattutto per le alte temperature di questi giorni.
I carabinieri escludono che la vittima lavorasse in nero, ma sono in corso accertamenti per capire se il contratto, con il quale il cittadino è stato reclutato nell’azienda, sia regolare. L’uomo da anni in Italia viveva a Fasano con la moglie e i quattro figli. Si tratta del terzo caso in pochi giorni dopo i due decessi ad Andria e a Nardò.
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