Redazione di Operai Contro,
l’europa si sfascia e si sfasciano anche gli stati nazionali
L’unità dei padroni si sfascia
La crisi economica è sempre più forte
Gli operai della Catalogna renderanno ancora più dure lew loro lotte
Noi operai non abbiamo patria. Noi operai siamo contro gli stati borghesi
Le due liste indipendentiste, Junts Pel Sì di Mas (62 seggi) e quella della Cup (10), hanno insieme una maggioranza assoluta di 72 seggi su 135 nel nuovo parlamento catalano.
Mas, che ha trasformato queste regionali anticipate in un plebiscito sull’indipendenza in un muro contro muro con Madrid, intende ora avviare la ‘disconnessione’ della Catalogna dalla Spagna con l’obiettivo di arrivare alla secessione – malgrado la durissima opposizione del governo centrale – entro il 2017. I 5,5 milioni di elettori catalani si sono mobilitati in massa, trascinati dalla consapevolezza dell’importanza storica della consultazione, la più importante per la Spagna dalla fine del franchismo secondo la stampa di Madrid e di Barcellona.
Cronaca
L’affluenza alle urne ha toccato il 77%, una cifra senza precedenti, 9 punti sopra quella del 2012. Per il premier popolare spagnolo Mariano Rajoy, protagonista di una strategia di scontro totale con Mas, il risultato delle elezioni catalane è una catastrofe. Il Pp ottiene solo 11 seggi (-8) con l’8,45% dei voti, superato dai socialisti del Psc (12,8% e 16 seggi) e la lista di Podemos (8.9% e 11). Anche per il partito dei post-indignados di Pablo Iglesias è una netta sconfitta. Il partito moderato anti-sistema e anti-secessione Ciudadanos di Albert Rivera, che aspira a superare il Pp di Rajoy alle politiche spagnole di dicembre, e in futuro potenzialmente a sostituirlo, registra invece uno spettacolare successo e arriva secondo con 25 seggi e il 18% dei voti. Un’altra cattiva notizia per Rajoy in vista delle legislative di dicembre, che potrebbero segnare la fine della carriera politica dell’attuale premier spagnolo.
Un lettore
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