Caro Operai Contro,
Giuseppe Magni è lo schiavista caporione della Lega Nord, già sindaco di Calco (Bg), e consulente del ministro leghista Castelli. Abitano a pochi Km. da Pontida dove celebrano insieme agli altri capi nazipadani, i raduni razzisti proprio contro gli immigrati che invece, proprio vicino a Pontida, Giuseppe Magni sfrutta alle grande col lavoro nei campi: 4 euro la paga di una giornata lavorativa di 12 ore, 7 giorni su 7 e spesso non paga neanche. Allego un estratto da LeccoNotizie.com.
Un saluto da Palazzago (Bg).
Una denuncia presentata alla Direzione Territoriale del Lavoro da 12 cittadini di origine straniera supportati dalla Cgil di Lecco. L’atto formale di querela è stato presentato lo scorso giugno da una dozzina di questi lavoratori, originari del Senegal e del Burkina Faso, tra cui tre minorenni e due donne; in tre di loro erano sprovvisti di permesso di soggiorno e dal 2011, secondo quanto riferito dal sindacato, erano stati arruolati per lavorare tra aprile e ottobre nei campi dell’azienda di Alessandro Magni, figlio dell’ex primo cittadino leghista, e del padernese Federico Maggioni, socio di minoranza.
“Lavoratori non contrattualizzati – spiega il sindacalista Massimo Sala, segretario della FLAI Cgil – venivano retribuiti con un compenso di 4 euro l’ora per 10-12 ore di lavoro ma ultimamente ricevevano solo degli acconti insieme a promesse che i pagamenti sarebbero arrivati nei prossimi mesi, a raccolto completato. Nella pausa pranzo veniva dato loro un panino al tonno ogni giorno.
La situazione li ha portati all’esasperazione e hanno accettato di farsi aiutare”.
Gli stranieri residenti nel meratese che, secondo gli accertamenti del sindacato, venivano recuperati in auto ogni mattina dai titolari in prossimità dell’oratorio di Airuno e portati a lavorare in terreni agricoli situati ad Airuno, Sartirana, Brivio e Bellusco, coltivati a zucchine.
“Lavoravano sette giorni su sette – prosegue Ass Casset, responsabile dell’Ufficio Immigrazione della Cgil Lecco – si sono ribellati dopo che era stato deciso un compenso di un euro a cassetta raccolta; la paga però non arrivava. Oggi, dopo la denuncia, questi lavoratori non hanno trovato altro impiego , i campi di questa azienda vengono coltivati e temiamo possa esserci stato un ricambio di lavoratori alle stesse condizioni. Ci è stato detto che i titolari avrebbero provato a reclutare senza successo disoccupati e pensionati della zona, oggi invece sarebbe al lavoro una cooperativa di lavoratori del Pakistan”.
Condizioni che, oltre a danneggiare i lavoratori, per il sindacato produrrebbero un vantaggio dell’azienda sui concorrenti: “Il costo di produzione agricolo scende del 40% rispetto a chi invece rispetta le regole. Il costo medio per un lavoratore di questo settore si aggira intorno ai 12 euro lordi l’ora” ha sottolineato Sala.
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