Spettabile redazione
Ogni anno, puntuali come le foglie che cadono in autunno, arrivano le dichiarazioni roboanti di mister Landini sull’occupazione delle fabbriche:
12 ottobre 2013, Roma ; convegno sulla costituzione con Rodotà: “Non siamo più disponibili a firmare accordi che chiudano le fabbriche. Metteremo in campo gesti di difesa totale delle fabbriche e dei posti di lavoro. Se necessario, anche con l’occupazione.”
08 ottobre 2014, Milano; corteo contro vertice U.E sul lavoro: “ La precarietà non si combatte rendendo più facile il licenziamento ma con il tempo indeterminato e garantendo i diritti a tutti. Siamo pronti a occupare le fabbriche perché ci chiedono di abbassare i salari”
06 ottobre 2015, Agorà, trasmissione radiofonica di rai tre: “Occupare le fabbriche? Sarei pronto a farlo per difendere il lavoro”.
Si sa, i padroni ora non temono più il sindacato, oramai incapace di dare risposte concrete agli attacchi che gli operai subiscono da parte degli stessi padroni, ma reiterare continuamente una minaccia senza mai portarla a compimento non è più nemmeno una questione ridicola, è solo una vera e propria farsa senza fine.
Oltre tutto Landini non è nemmeno d’accordo con il proprio apparato, perché alle sue appariscenti dichiarazioni i funzionari rispondono sbeffeggiandolo : “Le fabbriche vanno fatte funzionare non occupate. Se vogliono occupare vadano avanti loro», dichiarazione del segretario della Fiom Brianza Pietro Occhiuto.
Landini, gli operai non ci stanno ad essere presi per il culo dai padroni per le tue continue puttanate, le dichiarazioni che fai le fai per nome e per conto di noi operai iscritti alla Fiom.
Ricordati che noi operai le fabbriche le abbiamo occupate e le occupiamo senza dichiarare prima nessuna minaccia, come del resto abbiamo sempre fatto e come faremo.
Se vuoi fare il pagliaccio il palcoscenico di Zelig è sempre disponibile, ma non ci mettere in mezzo alle tue pagliacciate.
Gli operai non sono dei buffoni e prima o poi ogni tua castroneria te la faranno rimangiare.
Un gruppo di operai incazzati con Landini
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